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Marghera, omicidio in Via Rizzardi

Un omicidio a Marghera riaccende i riflettori su degrado e criminalità: un regolamento di conti tra gruppi criminali culmina in una notte di sangue e paura

Omicidio in Via Rizzardi a Marghera: regolamento di conti tra gruppi criminali, l’ennesimo episodio di violenza.

Un nuovo omicidio scuote Marghera

Ancora sangue a Marghera, in una delle zone più difficili tra Mestre e la città industriale. Un uomo di circa 40 anni è stato accoltellato a morte nella serata di lunedì 25 novembre in via Rizzardi, mentre suo fratello è rimasto ferito. L’aggressione è avvenuta verso le 22, a pochi passi dal sottopasso ferroviario, un luogo noto per degrado e insicurezza.

Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe trattato di un regolamento di conti tra due gruppi criminali, albanesi e macedoni, legati al traffico di sostanze stupefacenti.

Il sottopasso ferroviario

La zona, infatti, è frequentata da tossicodipendenti e spacciatori, e il sottopasso è spesso usato come rifugio o teatro di rapine. Nonostante l’ora, la presenza di testimoni è risultata nulla, dato che i negozi erano già chiusi.

I primi a intervenire sono stati alcuni militari dell’Esercito, ma per la vittima non c’è stato nulla da fare. Le indagini sono in corso per individuare i responsabili di questo ennesimo episodio di violenza, che getta nuove ombre su una zona già nota per problematiche di criminalità e abbandono.

“Serve un piano concreto”

Andrea Martella, segretario regionale del PD Veneto, ha duramente criticato la gestione della sicurezza da parte della destra: «Questo delitto dimostra il fallimento del dogma securitario. Non bastano slogan o repressione. Serve un progetto di rigenerazione urbana che ricucia il tessuto sociale e garantisca una sicurezza a tutto campo».

Martella sottolinea l’urgenza di potenziare i controlli e l’illuminazione pubblica, ma anche di investire in servizi socio-assistenziali e nel rilancio economico delle aree più fragili. Il senatore ha annunciato un’interrogazione parlamentare per fare luce sull’episodio e chiedere risposte concrete.

La tensione nella zona resta alta, e i cittadini reclamano interventi rapidi e risolutivi per uscire da una spirale di degrado e paura che sembra non avere fine.

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