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Mestre, lo sciopero in nome di donne e lavoratori

Lo sciopero nazionale organizzato da CGIL e UIL ha mobilitato migliaia di lavoratori, evidenziando l’urgenza di riforme strutturali per salari, pensioni e servizi pubblici

Sciopero CGIL e UIL: oltre 20.000 manifestanti in Veneto contro la manovra di bilancio.

Lo sciopero contro la manovra di bilancio

Venerdì, il Veneto è stato protagonista di una grande mobilitazione contro la manovra di bilancio del governo Meloni. Lo sciopero nazionale, organizzato da CGIL e UIL, ha registrato adesioni straordinarie, con punte di partecipazione tra il 90% e il 100% in molte aziende.

Le strade delle principali città, tra cui Padova, Venezia, Verona e Vicenza, si sono riempite di oltre 20.000 persone tra lavoratori e pensionati, unite per chiedere maggiore equità economica e sociale.

L’impatto sulla precarietà lavorativa

Il corteo di Mestre, partito dalla stazione ferroviaria, ha attraversato le vie principali per concludersi in Piazzale Donatori di Sangue, dove sono intervenuti Daniela Piras, segretaria generale della UILTEC, e Daniele Giordano, segretario veneziano della CGIL. Al centro della manifestazione, temi cruciali come l’aumento dei salari e delle pensioni, il potenziamento della sanità e dell’istruzione pubblica e il rilancio delle politiche industriali per contrastare il declino economico.

I dati economici presentati dai sindacati dipingono un quadro allarmante: il numero di aziende attive nella provincia di Venezia è calato sensibilmente negli ultimi anni, mentre le richieste di disoccupazione (Naspi) e le ore di cassa integrazione sono aumentate vertiginosamente, con un incremento del 123% dal 2023 al 2024.

La precarietà si riflette anche sul divario di genere: il part-time non volontario colpisce in particolare le donne, già svantaggiate da pensioni inferiori rispetto agli uomini.

Una visione a lungo termine

Le critiche alla manovra si concentrano sull’assenza di misure strutturali a lungo termine. “I bonus una tantum non risolvono i problemi reali”, ha affermato Giordano, evidenziando la necessità di investimenti che possano restituire autonomia e dignità ai lavoratori e alle lavoratrici.

La mobilitazione, preceduta da oltre 400 assemblee sul territorio, ha mostrato chiaramente il malcontento diffuso e la determinazione a chiedere un cambio di rotta per il futuro del Paese.

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