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Venezia si mobilita: salvare il Fondaco dei Tedeschi

La chiusura del Fondaco dei Tedeschi nel 2025 scuote Venezia. Lavoratori e cittadini protestano, unendo le voci contro la perdita di lavoro e identità culturale

Venezia in piazza: lavoratori e cittadini uniti contro la chiusura del Fondaco dei Tedeschi.

Un grido collettivo

Oggi Venezia si è animata con una protesta che ha visto lavoratori e cittadini unirsi in un grido comune contro la chiusura annunciata del Fondaco dei Tedeschi.

Tra le strade e i canali della città lagunare, lo sciopero generale è diventato il palco per portare l’attenzione su una questione che travalica il destino di un singolo edificio: la precarietà dei lavoratori e il futuro della città stessa.

La voce dei sindacati

Ruggero Sorci, sindacalista Cobas Venezia, ha espresso indignazione per la mancanza di comunicazione da parte di DFS, colosso del lusso, nei confronti dei lavoratori del magazzino di Quarto d’Altino. “Non c’è stata data alcuna risposta,” ha dichiarato Sorci, evidenziando che dietro i numeri ci sono persone che rischiano di perdere il posto di lavoro. Con 337 lavoratori coinvolti, tra dipendenti diretti e indotto, la chiusura rappresenta un duro colpo non solo per l’occupazione, ma per l’intera comunità.

Martina Vergnano del Laboratorio Occupato Morion ha invece sottolineato l’impatto sociale della vicenda: “Questo edificio rappresenta l’ennesima sottrazione di spazi pubblici ai cittadini.” La trasformazione delle storiche Poste di Venezia in un tempio del lusso è vista come un esempio di come le multinazionali sfruttino il territorio senza restituire valore alla comunità locale. “Non è solo una questione di lavoro, ma di identità per Venezia,” ha ribadito.

Un futuro alternativo per il Fondaco dei Tedeschi

Parallelamente, Tommaso Scocco, imprenditore del mercato di Rialto, ha proposto una visione alternativa per il futuro del Fondaco: trasformarlo in uno spazio che unisca tradizione e innovazione. “Non possiamo permettere che questo simbolo diventi l’ennesimo spazio di lusso inaccessibile. Il Fondaco deve tornare ai Veneziani, creando opportunità per artigiani e cultura,” ha dichiarato, chiedendo il sostegno della cittadinanza.

La protesta di oggi non è stata solo un grido di dolore, ma un appello per un futuro che metta al centro le persone, la storia e l’anima di Venezia. La battaglia per il Fondaco è appena iniziata, ma per i manifestanti è già un simbolo di resistenza.

GUARDA ANCHE: Mestre, lo sciopero in nome di donne e lavoratori

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