“Il settore vitivinicolo è un patrimonio fondamentale per l’Italia con oltre 14 miliardi di euro di fatturato e migliaia di aziende che rappresentano con passione, innovazione e professionalità la ricchezza dei nostri territori. Vogliamo aiutare queste esperienze a crescere, liberandole da lacci burocratici che le hanno appesantite in questi anni. In questi dodici mesi abbiamo messo in campo un’operazione di semplificazione che ha portato alla dematerializzazione di 64mila registri, al taglio di burocrazia inutile e che ha iniziato davvero a mettere la pubblica amministrazione al servizio delle aziende. Abbiamo anche approvato il tanto atteso decreto per i diritti d’impianto e siamo stati protagonisti del piano straordinario per l’internazionalizzazione che vedrà proprio l’agroalimentare al centro delle azioni”. Con queste parole, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha inaugurato oggi la 49ª edizione di Vinitaly, la manifestazione internazionale di riferimento per il settore dei vini e dei distillati in programma a Veronafiere fino a mercoledì 25 marzo.
Il comparto vitivinicolo, che nel 2014 ha generato oltre 5,11 miliardi di euro nelle esportazioni, è oggi al centro di importanti cambiamenti a livello legislativo.
“Questa edizione di Vinitaly è caratterizzata da una presenza e un presidio istituzionale molto importante – dichiara il Presidente di Veronafiere Ettore Riello –. Tutto questo è un chiaro segnale di un sistema che crede fortemente nel comparto vitivinicolo ed è pronto a sostenerlo per il raggiungimento degli ambiziosi, ma certamente possibili, obiettivi di crescita prefissati. Un percorso in cui Vinitaly fa e farà sempre la sua parte, come punto di riferimento per l’intera filiera, in Italia e all’estero. Per questo siamo stati scelti dal Mipaaf per la realizzazione del primo padiglione dedicato al vino nella storia dell’Esposizione Universale. Con Vino – A taste of Italy a Expo 2015 siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione tutto il nostro know-how maturato in oltre 100 anni di attività nell’organizzazione diretta di eventi dedicati all’agroalimentare”.
Al taglio del nastro, oltre al Ministro Martina e al presidente Riello, sono intervenuti secondo il protocollo il Sindaco di Verona, Flavio Tosi, il presidente della Provincia di Verona, Antonio Pastorello e il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
“Vinitaly rappresenta un momento di fortissimo impegno per la nostra città, che ha piena consapevolezza dell’importanza di questa rassegna per tutto il sistema fieristico nazionale, e che quest’anno rappresenta il biglietto da visita del nostro territorio per l’Expo – commenta Flavio Tosi, Sindaco di Verona –. Il successo di Vinitaly dimostra che Verona e la sua Fiera hanno saputo rispondere con determinazione, anno dopo anno, alle sfide di un mercato che si gioca sulla qualità, sull’efficienza e sull’innovazione delle soluzioni proposte. Siamo certi che la rassegna che oggi inauguriamo rafforzerà ulteriormente la sua leadership mondiale”.
“E’ con orgoglio che a Vinitaly porto l’espressione di un territorio che più di altri rappresenta la migliore vitivinicoltura. La Provincia di Verona infatti conta 8.500 aziende impegnate nel settore pari al 33% della produzione veneta e a più del 5% di quella nazionale. Nel veronese, quasi il 50%, della produzione, ovvero più di 1.400.000 ettolitri di vino, è DOC o DOCG. Verona è la prima provincia italiana per export in termine di valore, sfiorando il miliardo di euro con una quota nazionale pari al 13%” – aggiunge Antonio Pastorello, Presidente della Provincia di Verona.
“Il Veneto è la capitale del vino e il Vinitaly lo testimonia ancora una volta. Una manifestazione straordinaria, che valorizza il vino quale autentico gioiello di un’agricoltura vocata all’eccellenza come la nostra – afferma Luca Zaia, Governatore della Regione Veneto –. Gli agricoltori veneti sono degli autentici fuoriclasse nella produzione del vino. Dietro ogni bottiglia c’è non solo talento, professionalità e innovazione, ma anche un pezzo di storia, identità e tradizione dei nostri territori. Alle nostre aziende dobbiamo assicurare meno burocrazia e tasse, proteggendo la tradizione e il patrimonio di passione e maestria nel saper fare il vino. Accanto alla tecnica serve l’esperienza e la capacità di guardare lontano, aiutando i giovani ad entrare in agricoltura in modo che possano garantire continuità, ricambio generazionale ed innovazione”.