Un documentario, nelle sale solo da lunedì a venerdì prossimi, ripercorre la fortunata e tormentata parabola esistenziale della scomparsa Whitney Houston.
A cinque anni dalla tragica morte di Whitney Houston, arriva nei cinema italiani un documentario che ripercorre le tappe di un grande successo, ma anche la vita privata di una donna molto fragile: il film, intitolato “Whitney”, sarà proiettato nelle sale solo per cinque giorni, dal 24 al 28 aprile.
Assieme a Madonna, Mariah Carey e Céline Dion, la Houston è stata una delle regine della musica pop tra gli anni ’80 e ’90 e ancora oggi detiene il record dell’artista di colore di maggior successo, dopo Michael Jackson: nella sua lunga, ma non lunghissima, carriera ha venduto più di 190 milioni di copie fra album e singoli, vincendo sei Grammy awards.
E poi il cinema: nel 1992 ha debuttato sul grande schermo con il film “Guardia del corpo”, accanto a Kevin Costner e cantando, in colonna sonora, la celebre “I will always love you“, cover di un pezzo di Dolly Parton, che ha ottenuto un successo planetario, vendendo circa 16 milioni di copie.
Il documentario è stato realizzato dal regista inglese Nick Broomfield, diventato famoso per il film su un’altra icona della musica come Kurt Cobain, il frontman dei Nirvana. Attraverso materiali inediti, fra cui scene di vita quotidiana di Whitney e dei suoi familiari, interviste a colleghi e amici, la pellicola prova a far conoscere da vicino la grande stella, ma anche la donna fragile, per anni ai vertici delle classifiche, amata da milioni di fan, finita in poco tempo nel turbine della droga e della depressione.
Whitney Houston, come ricorderete, è stata trovata morta l’11 febbraio 2012, in un hotel di Beverly Hills, a Los Angeles, a causa di un annegamento accidentale nella vasca da bagno della sua camera, dovuto all’uso eccessivo di stupefacenti.