I Depeche Mode hanno inaugurato in Svezia il tour europeo che a giugno li porterà anche a Roma, Milano e Bologna. Vi raccontiamo e vi facciamo vedere com’è.
I Depeche Mode hanno avviato, venerdì scorso a Stoccolma, il tour europeo a supporto dell’ultimo album in studio, “Spirit”, che li vedrà girare per il Vecchio Continente fino alla fine di luglio, con oltre trenta concerti, tre dei quali in Italia: all’Olimpico di Roma, il 25 giugno, allo Stadio San Siro di Milano, il 27 e al Dall’Ara di Bologna, il 29 giugno.
Cosa devono aspettarsi i fan italiani? Se lo spettacolo che la band guidata da Dave Gahan sarà più o meno simile a quello proposto qualche sera fa nella capitale svedese, avrà una durata di poco più di due ore, con oltre venti canzoni in scaletta.
L’apertura è stata affidata a “Going backwards” e a “So much love”, tratti da “Spirit”, ma già dal terzo pezzo, i Depeche Mode hanno pescato dal passato, eseguendo una dietro l’altra: “Barrel of a gun”, dall’album “Ultra” del 1997; “A pain that I’m used to” (da “Playing the angel” del 2005); “Corrupt”, contenuta in “Sounds of the universe” del 2009 e “In your room”, da “Songs of faith and devotion” del 1993.
Ad accompagnare l’esecuzione dei brani, sui led, alcuni filmati realizzati dal fotografo e regista olandese Anton Corbijn, che nel corso della sua carriera ha collaborato, a più riprese, per i videoclip dei singoli pubblicati dal gruppo inglese. La canzone più vecchia – tra quelle eseguite – è stata “Everything counts“, del 1983, ma non sono mancati altri notissimi cavalli di battaglia, come “Enjoy the silence” e “Personal Jesus” (con cui si è chiuso lo lo show) e gli omaggi a compiante star del rock, una su tutte David Bowie, a cui Dave Gahan, Martin Gore e Andy Fletcher hanno riservano un tributo sulle note di “Heroes“.