«Seduto in quel caffè. Io non pensavo a te. Guardavo il mondo che. Girava intorno a me…», compie oggi (ma è fake news) 50 anni la celebre “29 settembre”.
E’ il 29 settembre e il primo grande successo di Lucio Battisti e Mogol, “29 settembre“, compie 50 anni. A dire il vero il brano uscì nel marzo del 1967, ma è talmente caratterizzato dalla data del titolo e dallo speaker che la ripete nell’introduzione, che idealmente l’anniversario cade oggi. Interpretata dall’Equipe 84, la canzone entrò subito in classifica, anche grazie al lancio radiofonico nella trasmissione di Arbore e Boncompagni “Bandiera gialla“: dapprima al 12/mo posto, poi al quinto, al secondo e quindi raggiunse la vetta, dove rimase per quasi due mesi.
Consacrazione di una coppia che avrebbe seminato decine e decine di successi nel corso di quasi tre decenni di collaborazione, anticipava soluzioni che sarebbero diventate il marchio di fabbrica del sodalizio: “29 settembre” suonò subito moderna, innanzitutto perché mancava di un vero ritornello e rompeva così con gli schemi della tradizionale canzone italiana. Poi per la musica, che riprendeva il folk-rock psichedelico dei gruppi americani e inglesi e in qualche modo anticipava le atmosfere di “Sgt. Pepper’s” dei Beatles, che sarebbe uscito a giugno di quello stesso anno.
Nel 1969 Battisti interpretò a sua volta il brano, inserito nell’album di debutto, rinunciando però alle sonorità psichedeliche per affidare l’arrangiamento al suono di una chitarra 12 corde, suonata per gran parte in arpeggio, ai violini e al flauto. Inoltre, nella sua versione manca, soprattutto, la scansione temporale delle date («Ieri 29 settembre» e «Oggi 30 settembre»), lette dallo speaker radiofonico.
Per un confronto diretto, oggi escono il 45 giri “29 settembre” dell’Equipe 84, nonché l’album “Stereoequipe” che la conteneva, oltre all’annunciato “Masters” (ne parlavamo qui) raccolta di 60 delle più famose canzoni di Battisti restaurate a partire dai nastri originali recuperati dagli archivi in Germania.