Il compartimento Polizia Ferroviaria per il Veneto in previsione del verosimile incremento del flusso di turisti che visiterà Venezia nel periodo in cui a Milano si svolgerà l’Expo, ha intensificato i servizi di vigilanza e controllo all’interno delle stazioni, nelle aree esterne strettamente limitrofe e in occasione dell’arrivo e partenza dei principali treni. In tale contesto operativo, nella giornata di ieri è stata individuata aggirarsi all’interno della stazione di Venezia S.L. C.Z., nota abilissima borseggiatrice trentenne di nazionalità francese, ma di origine croata. La giovane alla vista di una pattuglia, temendo di essere sottoposta ad uno dei ricorrenti e ordinari controlli ai quali va soggetta, che le fanno perdere diverso tempo e quindi la possibilità di poter “operare” liberamente, ha fatto perdere le sue tracce dileguandosi tra i turisti presenti.
Gli agenti hanno però condiviso con le altre pattuglie l’informazione innalzando l’allerta per la presenza di borseggiatori. Circa un’ora più tardi la predetta veniva intercettata e bloccata mentre stava per entrare in azione all’imbarcadero ACTV antistante la stazione ferroviaria. Nell’occasione la predetta era in compagnia di altre tre donne tutte originarie della penisola balcanica, già gravate da precedenti specifici per borseggio.
Due di esse sono risultate destinatarie della misura di prevenzione del divieto di ritorno nel comune di Venezia, pertanto sono state indagate in stato di libertà per non avervi ottemperato.
Le quattro donne borseggiatrici, una delle quali minorenne, sono state trattenute negli uffici per le incombenze del caso e quindi allontanate dalla città.
Nel corso del pomeriggio nei pressi delle panchine site ai piedi della scalinata della stazione di Venezia S.L. una pattuglia della Polizia Ferroviaria ha notato un giovane che alla vista degli agenti si allontanava repentinamente, dando l’impressione di voler scongiurare la possibilità di essere sottoposto ad un controllo.
Gli agenti, insospettiti, avevano modo di accorgersi che il predetto teneva in mano un arco e portava a tracolla un involucro cilindrico. Lo raggiungevano prontamente, lo bloccavano e lo sottoponevano ad un controllo constatando che l’uomo era in possesso di un arco di ottima fattura e due frecce aventi punta metallica particolarmente acuminata. “L’arciere”, risultato ventenne cittadino rumeno, incensurato e privo di qualsiasi autorizzazione o valida motivazione che giustificasse il suo comportamento, veniva indagato in stato di libertà per porto di strumenti atti all’offesa.
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