Cultura e Spettacolo

Le donne che hanno denunciato molestie “persona dell’anno” di Time

Time ha eletto “persona dell’anno” le donne scese in campo contro le molestie sessuali, mentre – approfittando del clima – c’è chi se la prende coi quadri!

Time ha assegnato il titolo di “persona dell’anno” alle “Silence Breakers”, le donne che hanno rotto il silenzio e denunciato le molestie sessuali trasformando l’hashtag #meetoo in un movimento, diventato poi – dice la motivazione – «una sorta di resa dei conti collettiva: nata però come atto di coraggio individuale».

E sono in cinque, sulla copertina, a rappresentare le tante donne che hanno trovato il coraggio di parlare: l’attrice Ashley Judd, fra le prime a scagliarsi contro il potente produttore cinematografico Weinstein; Susan Fowler, l’ingegnera di Uber la cui accusa portò al licenziamento del Ceo dell’azienda e di altri venti dipendenti; Adama Iwu, fondatrice del sito “We said enough” per rendere pubbliche le molestie nel mondo del lavoro e della politica; la cantante Taylor Swift, che ha ottenuto la condanna penale di un dj che le aveva palpato il sedere; mentre la raccoglitrice di fragole nota come Isabel Pascual ha svelato le minacce ricevute per aver denunciato molestie sul lavoro.

Lo scandalo delle molestie ha spinto un’altra donna, Mia Merrill, a lanciare una petizione online, che ha raccolto più di 9.000 firme, per chiedere al Metropolitan Museum di New York di rimuovere questo quadro di Balthus, “Thérèse Dreaming”, il ritratto di una giovane che, seduta su una sedia, mostra le mutandine. È un dipinto del 1938, non l’unico a sfondo erotico, essendo le figure femminili in pose provocanti tra i soggetti prediletti dall’artista francese.

Secondo la petizione, respinta dalla dirigenza del museo: «Considerando il clima attuale relativo agli scandali sessuali e alle nuove accuse che emergono ogni giorno, il Met, mettendo in mostra quest’opera, sta cercando di far passare il dipinto come un’immagine romantica, quando in realtà mostra l’oggettivazione dei bambini». 

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