Il libro di Aldo Andreolo “Il cibo dipinto. Dalle pitture rupestri di Lascaux e Altamira alla pop art” è stato presentato alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Nel servizio l’intervista all’autore
Dalle pitture rupestri alla pop art: il cibo è un elemento molto presente nell’arte di tutto il mondo. Il famoso pittore veneziano, Aldo Andreolo, si è divertito a raccontare “Il cibo dipinto” in un volume che non ha la presunzione di essere esaustivo ma che è una sorta di viaggio al di là delle nature morte.
«A scrivere di cibo e di pittura o, meglio, di cibo nella pittura» scrive Andreolo nella sua premessa «si corre il rischio di cadere in un diffuso luogo comune, per il quale la raffigurazione del cibo s’identifica con la “natura morta”, cioè con quel genere, che nel ‘600 ha avuto larga diffusione e fortuna, specialmente nei Paesi Bassi.
In realtà, senza aspirare all’esaustività, l’indagine di questo libro si svolge sulle tracce di un lungo itinerario iconografico, in cui il cibo non appare più come componente marginale dell’opera pittorica ma ne diventa protagonista, estendendosi a tutte quelle implicazioni, simboliche e comportamentali, che sono connesse al cibo e al rituale della tavola».
Un’indagine – aggiunge l’autore – che non sarà tuttavia «rigorosa e circostanziata ma piuttosto una sorta di viaggio visivo di tipo rapsodico, quindi frammentario e con qualche vistoso salto cronologico, lungo un percorso, che ci porterà dalle grotte pirenaiche di Lascaux e Altamira alla New York della pop art».