Al Vinitaly di Verona erano presenti circa trenta aziende del veneziano. Spiccano i vini dei Carmelitani scalzi, dell’azienda agricola le Carline di Pramaggiore e la linea Resiliens.
Vinitaly non cessa di essere una cassa di risononanza per tutta l’Italia. In questa edizione 2018 hanno partecipato circa trenta aziende veneziane, con il Veneto orientale a fare da padrone.
Quest’anno è presente anche il centro storico di Venezia con il vino dei Carmelitani scalzi. I Frati hanno presentato a Verona un vino bianco e uno rosso, da tavola, imbottigliati a inizio aprile. Questi vini stanno già riscuotendo un buon successo. Si tratta del primo prodotto nato dalla vendemmia di oltre 700 piante coltivate negli splendidi giardini del convento di Santa Lucia, a Cannaregio, inaugurati nel 2015. Il bianco è il risultato di 23 varietà di uve, tra cui Pinot, Malvasia, Glera, Dorona, Tai e Terra Promessa, mentre il rosso ne comprende 17 tipi diversi come Cabernet, Pinot e Raboso. È realizzato con le uve delle viti recuperate e raccolte nel vigneto dell’antico brolo del convento, a due passi dalla chiesa e dalla stazione di Santa Lucia. Si prevede una vendita di circa 1.300 bottiglie.
Ma di veneziano c’era anche molto altro come i vini prodotti con uve biologiche dell’azienda agricola le Carline di Pramaggiore. Inoltre sui banchi del Vinitaly è stata presentata la linea Resiliens, ossia vini derivati da vitigni resistenti, ottenuti da diversi incroci e capaci di resistere alle malattie. Questi vini sono il frutto di trent’anni di esperienza e sono prodotti senza solfiti aggiunti.
