Il matrimonio ci cambia, e piuttosto velocemente, afferma una ricerca statunitense su 169 coppie etero monitorate psicologicamente di sei mesi in sei mesi.
Secondo uno studio della University of Georgia, le coppie subiscono importanti cambiamenti della personalità durante il primo anno e mezzo di matrimonio: in particolare, entrambi i partner diventano meno disponibili e collaborativi man mano che si abituano alla vita coniugale. La ricerca si basa sull’analisi di 169 coppie etero, appena sposate, controllate regolarmente dagli esperti ogni sei mesi.
Ad ogni intervista è stato chiesto alle coppie di valutare i livelli dei i cinque tratti principali della personalità: estroversione (che misura il livello socievolezza), apertura alle esperienze (quanto si è curiosi e avventurosi); coscienziosità (cioè affidabilità e determinatezza); gradevolezza (che indica quanto si è collaborativi ed empatici) e nevroticismo (quanto si è ansiosi, depressi o arrabbiati).
Alcune conclusioni sembrano incoraggiare la scelta di sposarsi: in generale i maschi diventano più coscienziosi mentre si adattano al nuovo ruolo, le femmine meno ansiose, depresse o arrabbiate. Ma, altra faccia della medaglia, i mariti diventano meno estroversi ed entrambi i partner meno gradevoli.
Per il ricercatore capo Justin Lavner, professore assistente di psicologia alla University of Georgia: «Queste scoperte rivelano che il matrimonio è un periodo eccitante per le coppie, però può comprendere anche doversi adattare a nuove condizioni di vita, a livelli di interdipendenza più alti e, in alcuni casi, a fare i conti con il fatto che il matrimonio idealizzato potrebbe non corrispondere a quello reale».
«Gli schemi di cambiamento da noi osservati – ha spiegato ancora – indicano che nella transizione verso il matrimonio in sé c’è qualcosa di diverso rispetto ad altri fattori, come invecchiare insieme o stare con il partner per un periodo di tempo più lungo. Il periodo immediatamente successivo alle nozze può essere addirittura caratterizzato da cambiamenti più numerosi di quanto ci saremmo aspettati».
