“Dogman” è la proposta italiana per gli Oscar, mentre Mel Gibson rifà “Il mucchio selvaggio” e Netflix propone una serie sui misteri del mondo della musica.
La commissione istituita presso l’Anica ha scelto “Dogman“ di Matteo Garrone per rappresentare l’Italia nella corsa agli Oscar per il miglior film in lingua straniera. Il prescelto, fra 21 candidati, ha ben figurato all’ultimo Festival di Cannes, dove Marcello Fonte ha vinto la Palma d’oro per la migliore interpretazione maschile. Adesso i membri dell’Academy selezioneranno tra le proposte provenienti da tutto il mondo, prima le nove pellicole della short list, che conosceremo a dicembre, e poi il 22 gennaio le cinque candidate all’Oscar, che sarà assegnato il 24 febbraio 2019.
Non farà in tempo a parteciparvi il remake de “Il mucchio selvaggio“, uno dei grandi capolavori western, diretto nel 1969 da Sam Peckinpah, che secondo quanto riporta Deadline è stato affidato a Mel Gibson, che sarà anche il produttore esecutivo, oltre a scrivere la sceneggiatura. Il film originale, ambientato nel 1913, racconta le vicende di alcuni banditi capitanati da William Holden, che vengono inseguiti dai bounty killer del suo ex compagno Robert Ryan. La banda compie un furto d’armi, ma le cose non vanno come previsto e portano ad un epico scontro finale.
Come regista, Mel Gibson è reduce dal successo di “La battaglia di Hacksaw Ridge“, che ha incassato 170 milioni di dollari e vinto due premi Oscar per il montaggio e il montaggio sonoro.
Netflix, da parte sua, propone la serie ReMastered – otto episodi, uno al mese, dal 12 ottobre – che indagherà su alcuni degli eventi più misteriosi del mondo della musica. Si inizia con “Who shot the sheriff?”, un interessante approfondimento sul ruolo che i politici giamaicani e la Cia hanno avuto nell’attentato del 1976 a Bob Marley. Il mese successivo Barbara Kopple racconterà l’incontro tra Johnny Cash e il presidente statunitense Richard Nixon, nell’aprile del 1970.
