L’analisi drammatica di Eduardo Sivori sull’espansione sempre più vasta della criminalità, e l’affermarsi anche di mafie straniere nel territorio italiano.
Il caso delle organizzazioni criminali è sempre di più un tema delicato: lo stato non controlla più interamente il territorio, ormai nelle mani delle congregazioni illecite, tanto che non si riescono ne a sconfiggerle ne tanto meno a prevenirle. A incrementare il pericolo è la presenza anche mafie straniere, che ormai da tempo tendono a stanziarsi nel nostro territorio.
Dal periodico “La Tribuna” di Treviso, si legge un articolo in cui Don Luigi Ciotti presenta uno schema dell’attività criminale delle mafie sia italiane che estere, dove ormai queste ultime sono molto attive a nord est: un ondata di criminalità nord africana che si occupa del traffico di droga e prostituzione.
Mafie italiane ed estere sembrano così aver creato un business, dove quello della droga è probabilmente il più grosso.
Altro campo in cui agiscono, sempre più delicato, è la tratta degli esseri umani, dei migranti. Migranti che, una volta giunti in Italia, se non collocati in un buon e sicuro posto lavorativo, rischiano di finire a far parte della mano d’opera criminale.
“Bisogna tendere ad uno stato che controlli il territorio, non che abdichi, e non farlo controllare ad altri a scapito dei cittadini”- commenta in chiusura Sivori.
