L’apertura di una altro albergo a Venezia non fa notizia a meno che non si trasformi l’Ospedale Civile in un hotel a cinque stelle ed è questa la comunicazione clamorosa che è stata diffusa oggi attraverso volantini nel nosocomio santi Giovanni e Paolo
Pesce d’aprile all’Ospedale Civile
Si comunica agli utenti dell’Ulss 3 di Venezia che dal 1 maggio cesseranno i servizi forniti dall’Ospedale civile di Venezia. Aprirà prossimamente il Grand Hotel Civil di Venezia. Sconti Spa riservati a tutti gli utenti dell’Usl 3. Alcuni veneziani hanno strabuzzato gli occhi stamane quando hanno letto la comunicazione in volantini serissimi affissi ovunque nell’ospedale sulle macchinette per il pagamento del ticket, all’ingresso dell’ufficio casa, e sui totem con le indicazioni dei diversi reparti. La notizia: un bel pesce d’aprile organizzato da venessia.com, non nuova a questi scherzi, poteva essere credibilissima dopo la manifestazione di protesta organizzata domenica.
Ancora proteste davanti l’ospedale
Tutto parte dalle schede della regione in cui risulta che il civile diventerebbe struttura di base, anziché rimanere nosocomio di primo livello, e dunque godrebbe di minori investimenti. Significherebbe che non potrebbe più intervenire nei casi gravissimi e un codice rosso dovrebbe essere portato in terraferma con il rischio di non arrivarci vivo. Per questo i manifestanti hanno scelto di protestare con il flashmob #issomorti: tutti i 1500 veneziani giunti nel campo san Giovanni e Paolo davanti all’ospedale, uno dei più belli d’Italia, oltretutto stesi a terra, “defunti” per non essere riusciti a raggiungere in tempo l’ospedale all’Angelo di Mestre.
Un’ottantina le associazioni, comitati e sindacati rappresentati dai manifestanti assieme ai politici. I manifestanti hanno parlato di un colpo mortale per una città che già si sta spopolando, sperando che la regione Veneto durante il dibattito in corso sulla riorganizzazione sanitaria cambi idea. Un colpo che scoraggerebbe, hanno detto tutti, a vivere stabilmente a Venezia.
Chi ora lavora, studia o ci viene in vacanza cambierebbe idea. L’associazione di assistenza ai malati, ad esempio, ha ricordato che sta crescendo la domanda per la lungodegenza, e non si devono dimenticare le isole ancora più sfavorite.