Economia e società

Chioggia riparte dal lavoro 2018: dare lavoro ai disoccupati

Si conclude “Chioggia riparte dal...lavoro 2018”, l'iniziativa del comune per l’inserimento lavorativo temporaneo di disoccupati

Si avvia alla conclusione la seconda edizione di “Chioggia riparte dal…lavoro 2018” iniziativa di “Pubblica Utilità e Cittadinanza Attiva”. Un progetto che consiste in una serie di programmi per l’inserimento lavorativo temporaneo di disoccupati privi di tutele. Finanziato da Regione Veneto e messo in campo dal Settore Servizi Sociali del Comune di Chioggia in collaborazione con la società partecipata SST.

L’obiettivo è “realizzare interventi professionali orientati all’inclusione sociale attiva dei destinatari, favorendo l’occupabilità di soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro. Un modo per contrastare la disoccupazione, attraverso l’attuazione di progetti finalizzati all’impiego temporaneo in lavori di pubblica utilità”.

Progetti per il futuro

«Il progetto di pubblica utilità del 2018 terminerà tra qualche giorno – spiega l’Assessore alle Politiche sociali e sussidiarietà Luciano Frizziero. – Entro il 17 giugno presenteremo in Regione il nuovo progetto di reinserimento al lavoro. Nel frattempo la partecipata del Comune di Chioggia SST ha espresso interesse all’individuazione di un partner operativo che, se il progetto verrà approvato dalla Regione, si occuperà della formazione e dell’assunzione dei prossimi 15 lavoratori».

Dallo scorso 3 dicembre, 6 lavoratori sono stati occupati per venti ore a settimana in attività di vigilanza, 6 in attività di manutenzione e 3 come addetti amministrativi, impiegati presso il museo civico.

L’importanza del progetto

«Credo che questo progetto di pubblica utilità sia una delle proposte sociali e lavorative più apprezzate dai cittadini di Chioggia. Soprattutto di quelli che si trovano da tempo senza lavoro e senza ammortizzatori sociali – spiega l’Assessore Luciano Frizziero. – Ritengo che l’emergenza lavoro a Chioggia sia ancora una forte: il mio impegno è individuare altri percorsi di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale, che permetta di acquisire nuove conoscenze lavorative. La formazione professionale per coloro che hanno perso lavoro o che si trovano da molti anni ai margine del mercato occupazionale è la soluzione più concreta».

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