Jesolo, clonavano carte carburante. Sette persone sono state denunciate in stato di libertà dalla Sezione Volanti del Commissariato di Polizia di Jesolo al termine di un anno e mezzo di indagini che hanno interessato anche la Polizia bulgara, moldava e rumena.
I giovani, di nazionalità rumena e moldava, sei residenti nel sandonatese ed uno a Cervia (RA), nel maggio del 2014, mediante una carta carburante DKV Euroservice clonata erano riusciti a prelevare gasolio per circa 1.150 euro presso una stazione di servizio IP del centro di Jesolo.
Il titolare, accortosi il giorno seguente di quell’insolito importo, ha controllato le immagini di videosorveglianza di cui è dotato l’impianto, osservando che una sola persona aveva rifornito almeno sei auto, tutte con targa moldava, bulgara o rumena.
Di quanto acceduto, informava la Polizia che interviene sul posto una Volante.
Gli agenti, svolti i primi accertamenti, osservano che i conducenti delle auto in questione agiscono in modo anomalo, si recano alle pompe di erogazione in non più di due alla volta. Gli altri si tengono in disparte fino al termine del rifornimento dei primi, per poi avanzare a loro volta. Le operazioni interessano sia i serbatoi delle auto ma anche svariate taniche contenute nel baule e nell’abitacolo dei veicoli stessi.
Il tutto con due sole operazioni per una quantità di carburante erogato di circa 560 litri.
Viene contattata così la ditta titolare della carta utilizzata, ovvero una grossa società di autotrasporti di Istrana (Tv) che commercia con l’estero.
Un breve controllo effettuato insieme al titolare, accerta che la carta carburante con cui sono state eseguite le due operazioni si trovava al seguito di un autista che in quel momento si trovava in Germania.
Era chiaro pertanto che i malviventi avevano utilizzato un clone della carta in questione. La ditta, in realtà, era stata già vittima in passato di episodi analoghi.
A questo punto, il titolare della società di autotrasporti si recava presso il Commissariato di Polizia di Jesolo dove sporgeva denuncia.
Immediate scattano le indagini della Sezione Volanti del Commissariato di Jesolo: si accerta che la stazione di servizio è dotata di sistema di videocontrollo ad altissima definizione, cosa che facilita non poco il lavoro degli investigatori.
Vengono riprese chiaramente le targhe dei veicoli ed i volti dei conducenti. Tramite il centro di Cooperazione di Polizia di Thorl Maglern (A) vengono attivati i collaterali organi di polizia moldavi, rumeni e bulgari.
Vengono così individuati i relativi proprietari, che risultano tutti residenti in Italia, in particolare nel sandonatese (uno emigrato poi a Ponte di Piave).
Attraverso accertamenti anagrafici, le registrazioni dei controlli nella banca dati interforze della Polizia ed informazioni confidenziali, i poliziotti riescono a dare un nome a tutti i conducenti delle auto coinvolte, tranne uno, ovvero colui che agisce materialmente nella colonnina di pagamento con la carta clonata.
Ciò nonostante, guardando e riguardando per ore le immagini, controllando anche tutti gli altri veicoli che erano entrati ed usciti poco prima e poco dopo il gruppetto di malviventi, i poliziotti si accorgono che l’intestatario di una di queste era stato controllato la sera prima dell’accaduto proprio ad Istrana e nei pressi della sede della ditta che aveva subito la clonazione della carta di pagamento.
Viene scavato nel suo ambito familiare dove emerge, dalle posizioni del telefonino di uno di questi, che si trovava a Jesolo quella sera. La conferma poi dagli accertamenti con le immagini di videosorveglianza che acclaravano trattarsi della stessa persona, residente nel ravennate (a Cervia) con precedenti per furto ed altri reati contro il patrimonio.
Tutte le sette persone identificate sono state denunciate all’autorità giudiziaria per il reato di Concorso in Indebito utilizzo di carte di pagamento, che prevede una pena fino a 5 anni.