Avrebbe anche paralizzato la città, fermando i vaporetti e lambendo l’isola fino al unto più alto, ossia il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Santa Lucia, che comincia ad allagarsi a 135 centimetri. 140 centimetri rendono inutili anche le passerelle, praticabili solo finché l’acqua si ferma ai 120 centimetri. Per salvaguardare le città le paratoie sono state alzate giovedì sera, in tutte e tre le bocche di porto.
Le parole di Luca Zaia sul mose
“Le immagini drammatiche della città stravolta dalla marea eccezionale del 12 novembre 2019”, ha commentato Luca Zaia, “sono ancora vivide nei nostri ricordi”. Ha definito il mose “un’infrastruttura unica al mondo nel suo genere e che guarda alle sfide del futuro”.
Danni in Veneto e in Friuli
L’ondata di marea, però, non ha risparmiato la costa veneta orientale e quella friulana: Muggia, città del triestino stamane si è svegliata sommersa da 15 centimetri di acqua e Grado circondata da allagamenti. A Jesolo è andata meglio. La mareggiata ha ingoiato soltanto un centinaio di metri della duna lunga sei chilometri che è stata formata a protezione del mare dalle ruspe a partire dall’11 ottobre.
Gli operatori jesolani sono disperati: il lavoro di settimane è stato parzialmente compromesso perdendo 5000 metri cubi di sabbia. Ora si continua a lavorare per concludere la duna a protezione della costa, che alla fine è lunga 11 chilometri.
Segnaliamo alla fine l’intervento dei vigili del fuoco di stamane alle 7.30 a Venezia del sestiere di Canneggio, dove è caduto parte del terrazzino di pietra di un palazzo.
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