Cultura e Spettacolo

60 anni fa nasceva il Cavern

Ripercorriamo la storia del leggendario Cavern di Liverpool, il locale che tenne a battesimo i Beatles, in occasione del 60° anniversario della fondazione.

Sono passati 60 anni da quando Alan Synter ebbe la fortunata idea di aprire un club nel cuore di Liverpool, in Mathew Street, e chiamarlo Cavern. Quel piccolo scantinato, umido e all’epoca assai fumoso, diventò un luogo mitico per milioni di ragazzi, la “grotta di Betlemme” del rock in cui “nacquero” i Beatles.

Il club di Mathew Street è uno dei luoghi in cui si è fatta la storia del secolo scorso, un locale che celebra il suo 60° anniversario ricordando che sul suo palcoscenico si è accesa la miccia di una incredibile rivoluzione musicale, culturale e di costume.

Nonostante la fama planetaria nel 1965 il club aveva già delle serie difficoltà finanziarie e nel 1966 chiuse. Ma ci fu una straordinaria mobilitazione per sollecitarne la riapertura e, quando pochi mesi dopo il Cavern riaprì le porte, alla nuova “inaugurazione” partecipò addirittura l’allora primo ministro britannico Harold Wilson.

La costruzione della metropolitana portò, nel 1973, a una nuova chiusura, con conseguente demolizione e molte delle pietre ottenute furono vendute come “souvenir”, per beneficenza. Poi, nel 1984, il club fu ricostruito quasi esattamente nello stesso luogo originale, dove si trova ancora oggi, con la sala interna identica alla precedente.

Leggermente meno sotterraneo di quello degli anni ’60, il locale rimane avvolto dalla sua magica aura di leggenda: il muro dietro al palco è l’esatta riproduzione di quello dell’epoca, il palco è ancora piccolo e angusto, mentre l’atmosfera non è quella del luogo “turistico”, per quanto in realtà lo sia parecchio, in quanto il “pellegrinaggio” dei fan dei Beatles è praticamente inevitabile.

Ma nel corso degli anni hanno suonato al Cavern -fra le centinaia di band – anche Queen, Rolling Stones, Who, Kinks, Stevie Wonder e più recentemente Oasis e Adele.

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