Il caso Pio e Amedeo continua a far discutere anche in ambito musicale e per questo Achille Lauro ha pubblicato uno sfogo sui suoi social in risposta, presumibilmente, a chi lo ha criticato per la partecipazione a “Felicissima sera!”, il programma del duo pugliese che ha fatto molto discutere per lo sketch sul “politicamente corretto”.
Il cantante aveva commentato con dei cuori il post dei due, ma evidentemente i fan non hanno apprezzato il suo appoggio.
Anni di umiliazione e vergogna
“Non parlo tanto, non metto la mia vita privata in piazza sui social – scrive il cantante, che ha da poco pubblicato il suo album “Lauro” -. Tuttavia in questi giorni di forte polemica ho capito che in alcuni momenti dovrei farlo. L’ho capito quando mi hanno detto che il trucco è solamente appropriarsi di qualcosa che non mi appartiene. Ma il trucco non è solo trucco, è la mia volontà espressiva”.
Lauro parla di quante volte sia stato oggetto di discriminazione: “L’ho capito quando mi hanno umiliato pensando che io sia un pagliaccio che si mette in mostra. Ma nella mia interpretazione artistica la musica non è solo musica. È il rifiuto nei confronti di coloro che credevano che io non fossi libero, o non fossi all’altezza, è conseguenza di anni di umiliazioni e vergogna”.
Lo sfogo social di Achille Lauro
Nel programma di Pio e Amedeo, il cantante era stato al gioco con una doppia esibizione in cui rileggeva in chiave ironica “Rolls Royce” diventata “Fiat Punto” e “Me ne frego” con i due che imitavano i travestimenti del cantante al Festival di Sanremo.
Lauro parla delle critiche che gli sono piovute addosso: “L’ho capito quando per un commento riferito alla solidarietà su lavoratori dello spettacolo mi hanno dato dell’omofobo, dopo anni che mi danno del “frocio” pensando di offendermi! Da anni investo denaro, tempo e impegno per la tutela dei diritti umani e per chiunque abbia bisogno di aiuto e per essere artefice e partecipe, nel mio piccolo, di una rivoluzione per cui la condizione sociale, culturale e umana delle classi deboli e discriminate possa cambiare definitivamente”.
Lauro e la vita in periferia
Il cantante ha sempre rivendicato la sua infanzia e adolescenza in periferia, lottando per emarginarsi dalla mascolinità tossica di certi ambienti, e ancora una volta torna sull’argomento: “Per chi non mi conosce ci tengo a ricordare che lo faccio da quando non avevo una lira, perché sono cresciuto tra gli emarginati e i reietti, perché so che vuol dire sentirsi diverso, mai compreso, solo. Mia madre mi ha educato insegnandomi che aiutare gli altri è una priorità e per chi ne ha la possibilità è un dovere”.