Polizia postale: adescamenti sul web, frodi e truffe. Ecco come intervenire

Un anno di covid per molti è stato un anno di convivenza con la rete e se per un verso è stata preziosissima per un un altro ha rappresentato un fronte di insidie. Frodi informatiche, cyberbullismo e sextortion ovvero estorsione o ricatto sessuale sul web i crimini più frequenti. Ne parliamo con il dirigente della polizia postale del veneto Sergio Russo

Oggi siamo in collegamento col dirigente della Polizia Postale del Veneto, Sergio Russo. Approfondiamo l’argomento della frode informatica, cyberbullismo e della pedo pornografia che dilaga nella rete, soprattutto in quest’ultimo anno di Coronavirus che ci ha costretti a  restare chiusi in casa di fronte ad uno schermo.

Cosa succede nella rete

Sergio Russo, dirigente della Polizia Postale del Veneto dichiara:” L’anno che abbiamo appena passato ha costretto i nostri adolescenti a passare molto tempo in stanze virtuali, aumentando a dismisura i contatti virtuali. Ciò è stato utile per la DAD, ma si sono rilevati dati preoccupanti perché i ragazzi si sono sentiti soli”.

Come capire se il minore è vittima di adescamento

“L’adescamento è un reato che viene punito molto severamente in Italia. La polizia postale indaga nei soggetti al di sotto dei 16 anni, soprattutto. Il genitore deve sempre badare al figlio mentre sta sull’internet, soprattutto ora che si è molto esposti. I comportamenti di isolamento del ragazzo, sicuramente accrescono questo rischio. Sicuramente un sintomo è quello di isolarsi e restare ore e ore davanti al pc. E’ molto facile con i diversi social che esistono adesso, incappare in persone che fingono le loro identità e che si appropriano della fiducia del ragazzino. ”

Che conseguenze psicologiche ci sono

“A volte i ragazzi vengono adescati magari promettendo che riceveranno del denaro o addirittura vengono ricattati. Il rapporto nasce nel livello di parità, credendo di aver a che fare con un proprio coetaneo. Questo è il primo inganno in cui si casca. Molto spesso vediamo anche che i ragazzi sono più bravi di noi genitori ad usare il mezzo informatico, quindi talvolta per noi, è anche difficile aiutarli.”

Come aiutare i ragazzi a capire come riconoscere il pericolo

“Davanti a un pc, non si capisce davvero chi hai davanti. Bisogna sempre diffidare. Quando si parla di sesso davanti a ragazzini di 11 o 12 anni, è normale ci sia curiosità, soprattutto c’è il bisogno già di sentirsi grandi oppure si ha difficoltà a parlarne coi genitori. La rete è un mezzo nascosto grazie al cui informarsi, una volta non era così”.

Il fenomeno è diminuito negli adulti

“Ciò che è diminuito è il ‘sex torsion’. Un fenomeno che chiede a chi viene adescato di mandare un contenuto sessualmente esplicito e poi ricattato affinché non venga pubblicato. Ma gli adulti, grazie alle campagne di sensibilizzazione, hanno iniziato a capire di diffidare”.

La frode informatica

“Anche in questo caso, la necessitò di fare smart working, ha consentito un massivo utilizzo del mezzo. Le frodi più frequenti nella nostra regione consistono nell’aggirare donne che si innamorano del soggetto che hanno di fronte, costringendole poi a sborsare del denaro facendo leva sul senso di colpa e su scuse campate in aria. Un altro tipo di frode consiste nel richiamare l’attenzione di persone che stanno sulla rete promettendo di realizzare investimenti proficui, ma che in realtà sono delle vere e proprie truffe, con cifre che vanno da 50mila a 250mila, costi abbastanza considerevoli. E’importante quindi chiedere informazioni e chiarificare chi c’è dall’altra parte. Solitamente è bene diffidare dai guadagni facili”.

Gli account rubati

“Ormai dalla grande quantità di dati che abbiamo, ne abbiamo perso il conto e questi sono sempre dati appetibili per essere rubati, soprattutto quando riguardano dati bancari. Va fatta molta attenzione alle spam. E’un fenomeno molto diffuso in Veneto, come nel resto d’Italia. Il consiglio che mi sento di dare è: password complesse, cambiarle spesso e diffidare sempre e comunque”.

E il cyber bullismo?

“Nell’ottica del ragazzo che è stato bullizzato è fondamentale denunciare, parlarne con la Polizia, con i genitori, con gli educatori. Da qualche anno c’è un’app dedicata e altri mezzi (onlus, telefono azzurro ecc..) di segnalazione adeguati alla denuncia di questi atti spregevoli. La prima ancora di salvezza però, sono sempre gli educatori e i genitori, che devono sempre fare attenzione ai figli. Bisogna osservarli , guardare cosa in loro è cambiato, cosa mangiano ecc.. nessun segnale è da sottovalutare”.

Le segnalazioni dei 14enni ai 18enni

“Ci sono situazioni in cui, essendo in contatto con le scuole, riusciamo a prevenire questi fatti di cyberbullismo. La prevenzione è importantissima. I ragazzi fermati per cyberbullismo non si rendono conto di quanto la loro condotta sia pericolosa, lo vivono come un gioco e come uno scherzo. L’attività di sensibilizzazione è importante”.

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