“Specchi incantati”, un viaggio oltre il visibile
Lo specchio, da sempre simbolo di mistero e sacralità, ci introduce nell’universo affascinante della pittrice polesana Lauretta Negri. La sua mostra personale, intitolata “Specchi incantati”, è allestita nella sala Cordella di Adria, dove l’artista invita lo spettatore a vivere un’esperienza che va oltre il visibile.
Attraversare uno specchio di Lauretta Negri significa intraprendere un viaggio quasi extrasensoriale. Le superfici riflettenti, racchiuse in cornici fantasiose, riccamente decorate e dai colori vivaci, diventano porte verso una dimensione interiore. Lo spazio vuoto dello specchio non è un semplice riflesso della realtà, ma uno strumento per chi vi si specchia: un invito a osservare se stessi, a cercare e riscoprire la propria anima.
Le opere di Negri trasformano uno degli oggetti più comuni in un elemento magico, capace di catturare il pensiero e di stimolare la riflessione. I suoi specchi si presentano come veri e propri teatri, dove ognuno può assistere allo spettacolo del proprio io. Ogni cornice è una scenografia, e ogni riflesso diventa un racconto, un momento di introspezione.
Porta sull’anima e strumento di riflessione
La mostra “Specchi incantati” offre allo spettatore l’opportunità di vivere queste emozioni uniche, esplorando il potenziale simbolico e poetico di uno specchio. L’artista riesce a restituire a questo oggetto, spesso banalizzato nella modernità, la sua antica aura di fascino e mistero.
Nel passato, lo specchio era considerato simbolo del doppio e della vanità, venerato dagli antichi come un oggetto sacro e, talvolta, maledetto. Oggi, Lauretta Negri riporta in vita questa magia, restituendo allo specchio il suo ruolo di enigmatico moltiplicatore di luce, spazi e pensieri.
La mostra ad Adria rappresenta un’occasione per immergersi in un mondo suggestivo, dove il confine tra realtà e immaginazione si dissolve, permettendo a chiunque di ritrovare frammenti di sé in ogni riflesso. Un viaggio tra i misteri di un oggetto quotidiano che, nelle mani di Lauretta Negri, si trasforma in una finestra sull’anima.
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