L’Aeroporto Nicelli è il più antico aeroporto civile d’Italia, dove si atterra su una pista in erba lunga un chilometro, e lo sguardo si libera tra acqua e cielo, perso tra mare e laguna, sorvolando il “pesce” Venezia.
Aeroporto Nicelli
L’aeroporto Giovanni Nicelli (militare e aviatore morto in combattimento) ha una storia lunga più di un secolo ed è legata indissolubilmente al Lido di Venezia, dove è incastonato dalla prima guerra mondiale.
È da qui che nel dicembre del 1915 una squadriglia francese, impegnata nella difesa della città lagunare, si alza in volo ed è sempre da qui che l’eclettico poeta e aviatore Gabriele D’Annunzio comanderà la prima squadriglia navale siluranti aeree tra il 1918 e il 1919.
Primo scalo commerciale italiano
Ma è il 1926 l’anno che segna la storia del Nicelli, quando l’ingegnere e imprenditore Renato Morandi trasforma quest’area nel primo scalo commerciale italiano, in anticipo su Roma e Milano. Dal Lido, il 18 agosto 1926 decolla il primo volo passeggeri, diretto a Vienna. È il primo volo di linea italiano di un aereo non idrovolante. Ed è in questo campo di volo compreso fra i bastioni di un forte cinquecentesco che ha inizio la storia dell’aviazione civile italiana.
“La società di gestione, dopo varie vicissitudini ha cambiato i soci nel marzo del 2019 e adesso è tutta lidense ed è guidata dal presidente e amministratore delegato Maurizio Luigi Garbisa – spiega il direttore commerciale Giacomo Zamprogno – si tratta di tre soci che hanno acquistato la totalità delle quote per amore del luogo e che hanno un ambizioso progetto di ristrutturazione e riorganizzazione, che sta ad oggi proseguendo”.
La costruzione dell’aerostazione
L’aeroporto si consolida nel 1935, grazie alla costruzione dell’aerostazione, che porta la firma dell’architetto Mario Emmer e viene da subito applaudita come un capolavoro dell’architettura razionalista, moderna e fornita di servizi. Fino al 31 luglio 1961 il Nicelli è stato l’unico aeroporto di Venezia, dopodiché l’inaugurazione dell’aeroporto di Venezia Tessera ha provocato il lento declino dello scalo lidense.
“Oggi qui atterra tutto quello che la tecnologia consente di far atterrare su un chilometro in erba, quindi aerei fino a un massimo di 12 posti, che sono dei jet, oltre agli elicotteri che rappresentano una buona parte del business – spiega Zamprogno – il numero dei voli, nonostante il Covid, è in aumento e sono 3.000, ossia 6.000 movimenti l’anno. Sono tutti voli privati di persone che vengono principalmente da Austria, Germania, Svizzera e Italia. Il 70 per cento di questi clienti possiede velivoli più piccoli, mentre il 30 per cento sono aerei di lusso, come i jet il cui valore si aggira sui 15-20 milioni di euro, ed elicotteri altrettanto grandi”.
La sua atmosfera anni Trenta, le decorazioni dedicate all’aviazione ed eseguite dal futurista Gugliemo Sansoni “Tato”, la gigantesca cartina geografica che riporta le rotte della compagnia Transadriatica, le terrazze che aprono la vista su Venezia, il ristorante i cui arredi permettono un tuffo nel passato: l’aeroporto Nicelli ancora oggi sa affascinare l’aviazione privata con la sua storia e le sue bellezze.
I restauri
“Da tre anni è in corso un cospicuo piano di investimento e di risanamento e stiamo completando i restauri che erano necessari dopo un periodo di abbandono – conclude il direttore commerciale – oltre ad implementare il core business dell’aviazione, che rappresenta il 60 per cento dell’attività, abbiamo sviluppato anche la parte commerciale, mettendo in affitto molti spazi ad uso ufficio e magazzino. Stiamo inoltre riprendendo il settore degli eventi ed è stato riaperto, dopo una completa opera di restauro, il ristorante. Tra gli obiettivi futuri ci sono quelli di realizzare un altro hangar a fianco di quello già esistente, creare un eliporto per il volo notturno degli elicotteri e riconquistare la città e i suoi abitanti trasformando il Nicelli in un punto di riferimento per il Lido e per Venezia”.