Sta spopolando sul web il caso riportato dal comandante della Polizia Municipale di Venezia Marco Agostini riguardo a un tunisino spacciatore e violento, condannato a due anni e due mesi di reclusione ed espulso.
Il tunisino: l’attestazione medica mancante
Eppure ora si trova in libertà. Il tunisino non poteva, infatti, essere portato al centro per il rimpatrio di Torino a cui era destinato a causa della mancanza un certificato medico che ne attestasse la compatibilità con il Cie. «Per rinchiudere il soggetto al centro di espulsione, – ha spiegato Agostini in un post sul proprio profilo facebook – è necessaria una certificazione medica che ne attesti uno stato di salute compatibile. Non lo può fare il medico del carcere, non essendo più detenuto, non lo può fare il medico della polizia, non lo può fare il pronto soccorso. Serve un medico legale, che non era disponibile la notte in cui il giudice ne ha disposto l’espulsione, ma solo l’indomani mattina. Inoltre il centro accoglie gli ospiti solo dalle 8 alle 20, e la legge non consente di trattenere il soggetto per questi problemi burocratici».
L’espulsione
Non potendo operare in maniera differente, al diciottenne è stata notificata l’espulsione, con l’ordine di lasciare il paese entro 7 giorni. Morale della favola: il delinquente, per ora,circola libero. Libero di reiterare il suo comportamento violento. «È frustrante, – chiosa Agostini – ma tutto ciò è la legge». L’extracomunitario diciottenne era stato arrestato e condannato due volte sul finire di novembre nell’arco di cinque giorni. Il giudice gli ha anche imposto il divieto di dimora a Venezia, che lui ha violato. Era stato arrestato per aver preso a calci un mestrino di 16 anni per 20 euro e aver urlato ai poliziotti “Vi rubo le pistole e vi sparo come ha fatto il colombiano a Trieste durante i due arresti”.