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Agricoltori protestano contro i prezzi dei cereali nell’UE

Proteste di agricoltori in tutta Europa contro la PAC e le politiche ambientali comunitarie. Costi in aumento, prezzi in calo e sempre più timori legati a alimenti sintetici

Trattori a centinaia a bloccare le strade in Francia, Regno Unito, Grecia, Paesi Bassi, Romania, Ungheria e in Italia. Dopo Verona in questo momento la protesta degli agricoltori a Siena, ad Arezzo e Chieti.

Una mole di agricoltori pronta a manifestare

Il leader della rivolta Danilo Calvani ha concordato con le questure: nei prossimi giorni presidi attorno a Roma. Giovedì sessanta agricoltori della Coldiretti sono andati a manifestare a Bruxelles. Chiedono l’annullamento dei patti bilaterali e delle politiche green che stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura.

L’imprenditore agricolo da 200 ettari del Veneto orientale, per cinque anni presidente della Coldiretti di Venezia, Andrea Colla, spiega cosa ha fatto scoppiare il bubbone: “Le proteste sono nate per contestare quelle che sono le condizioni oggi non favorevoli a continuare a produrre in Europa.”

Le variazioni di costo dei cereali e dei materiali di produzione

Continua l’ex presidente della Coldiretti: “Con questi limiti imposti dalla nuova PAC, dalla politica agricola comunitaria, e dal green deal che puntano da un lato a ridurre i contributi pubblici, e quindi rendere più difficoltosa la vita ai nostri agricoltori, ma dall’altro vanno aumentare sensibilmente quelli che sono i costi dei carburanti e dei fertilizzanti, e quindi anche ovviamente dei costi di produzione.”

“Da un lato i costi di produzione stanno aumentando, dall’altro lato invece stanno diminuendo drasticamente i prezzi alla tonnellata dei nostri seminativi. Per fare un esempio, a luglio 2023 avevamo la soia che era quotata 500 euro a tonnellata, Adesso siamo a 450. Quindi un calo del 10%. Dall’altra parte il mais l’anno scorso aveva un’ottima quotazione di oltre 300 euro a tonnellata, oggi siamo a 220. Il frumento che aveva addirittura raggiunto i 500 euro alla tonnellata, oggi siamo a 225. Quindi meno della metà.”

Le conseguenze delle decisioni comunitarie sugli agricoltori europei

Il drastico calo dei prezzi di mais frumento e soia e l’impennata dei costi del combustibile in tandem con l’inflazione sono la miscela esplosiva dunque. È l’effetto degli accordi bilaterali che l’Europa ha stretto con tutti gli altri continenti.

Sulle tavole degli italiani arrivano prodotti economici coltivati con metodi e materiali vietati agli agricoltori europei. Ossia schiavizzando la manodopera e usando fertilizzanti e pesticidi messi al bando. Gli agricoltori attaccano anche le loro organizzazioni di categoria. Questo perché negli ultimi cinque anni hanno accettato che l’UE affossasse il comparto considerandolo dannoso per l’ambiente. Ma hanno anche avviato il green deal, aprendo le porte alle farine di insetti e alla carne sintetica prodotta in laboratorio.

Il timore per nuovi tipi di alimenti

Andrea Colla: “C’è il timore anche per l’introduzione di nuovi cibi come, per esempio, la farina di grillo o la carne sintetica fatta in laboratorio. Questo spaventa molto perché è un inganno verso il consumatore, che deve essere, invece, dalla parte dell’agricoltore. Deve anche dare il giusto reddito, non legato solo alla grande distribuzione, anche alle aziende agricole.”

“Perché senza campi non si campa. Dobbiamo mantenere sempre attivo il settore primario perché è il più importante. È quello che ci dà da mangiare.

GUARDA ANCHE: Agricoltori veneti in corteo a Bruxelles contro l’UE

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