Per questa nuova puntata de “La Voce della Città Metropolitana”, abbiamo con noi Aldo D’Achille, Sindaco del Comune di San Bellino. Il nostro ospiti, vincitore del World Mayor Community Award, ci parla della sua realtà cittadina basata sulla collaborazione comunitaria.
Oggi siamo in collegamento con il sindaco più inclusivo del mondo: Aldo D’Achille. È il primo cittadino italiano a rivere il premio inglese World Mayor Community Award. Lui è Sindaco del Comune di San Bellino, in provincia di Rovigo.
“Si tratta di un premio bandito da questa fondazione ogni due anni. È iniziato nel 2004. Hanno sempre partecipato e vinto grandi realtà, ma quest’anno, per la prima volta, è stato inserito un piccolo comune: il nostro San Bellino.”
Come sono riusciti ad arrivare fino a Rovigo?
“All’inizio qualcuno segnala delle particolarità di alcuni sindaci. La fondazione indaga attraverso diversi canali: giornali, social. Una volta che vengono individuati i punti d’interesse, viene creata una sorta di classifica di vari comuni. Inizialmente eravamo 160, ma siamo rimasti in 40 e poi in 12. Nella fase finale hanno deciso di premiarne 8. Nel mio caso è stata riconosciuta la modalità con cui abbiamo lavorato con la comunità.”
“Dal 2014 ho utilizzato il comune come una sorta di laboratorio, immaginandolo come un quartiere di una città più grande. Avevamo cercato di lavorare sul decoro urbano, sulla cura degli spazi verdi, sull’abbattimento delle barriere architettoniche.”
“Sono contento di questo premio. I piccoli comuni in Italia sono oltre 5.000, su 8.000 totali. Pensare che una micro realtà possa diventare un segno di riferimento è molto bello.”
La collaborazione della comunità è stata essenziale
“Fin dal 2014 abbiamo lavorato su questo. Volevamo passare da una sorta di partecipazione al coinvolgimento e dunque una corresponsabilità del cittadino nella vita pubblica.”
Facciamo esempi pratici. Avete fatto una fontana.
“Per quindici anni questa fontana era non funzionante e degradata. In una sorta di lavoro circolare, abbiamo coinvolto una scuola superiore che ha collaborato nella costruzione pratica. Il coinvolgimento dei ragazzi porta ad un risultato finale compartecipato.”
Avete cambiato i nomi delle strade.
“Abbiamo modificato la viabilità passando da una tecnica di numerazione tradizionale, ad una metrica. Alcune vie divise in due parti sono state rinominate con 30 di personaggi, scelti grazie ad un referendum: i nomi che ne sono usciti sono sfrutto dello sforzo dei cittadini.”
Avete costruito un ascensore.
“Nel 2017 venne il Ministro Poletti per inaugurare il progetto PEBA. Togliere le barriere significa consentire l’accessibilità a tutti. Ho chiesto la costruzione di un ascensore per il comune attraverso l’attivazione di un crowdfunding.”
Durante il lockdown avete assicura piante e verdure nelle case.
“Io insegno nell’Istituto Agrario ed ho contattato un mio ex-studente con cui ho ho costruito il progetto “Coltiva azioni”. Siamo riusciti a distribuire cassette di frutta e verdura a tutti i cittadini.”
E inoltre avete anche assicurato l’introduzione di un’assistenza psicologica.
“Tutti questi progetti sono stati riutilizzati da tante altre istituzioni, compresa la comunità dell’Università di Padova. Io mi ripeto sempre: vietato non copiare. Se un progetto funziona, è bene che venga diffuso e riproposto.”