Il mondo dell’imprenditoria veneta del mitico nord est perde un tassello importante delle sue radici. È scomparsa a 102 anni Alessandrina Tamburini, fondatrice del Colorificio San Marco negli anni 60.
Alessandrina Tamburini
Ha trasformato l’azienda con cui il padre Pietro ha cominciato a commerciare in pitture, in uno stabilimento che ne produceva, creando un laboratorio di ricerca. Arrivando poi a sviluppare nel 1965 idropitture, oltre a prodotti formulati con solventi. Da allora, l’uscita costante di nuovi prodotti ha decretato il successo e lo sviluppo del Colorificio San Marco. Ora è gestito dal figlio Federico Geremia, direttore generale dal 1990 e dai nipoti Mariluce, Marta e Pietro.
“Compì un vero miracolo” dice il presidente della Giunta regionale del Veneto, Luca Zaia. “Ebbe un’intuizione geniale: puntare sulla ricerca”. Alessandrina Tamburini è stata una delle prime donne a laurearsi in Scienze Economiche e Eommerciali, all’Università Ca’ Foscari. Una facoltà che aveva tra i suoi accademici anche Amintore Fanfani ed Ezio Vanoni. Un’imprenditrice aperta tal punto da dividere la ricchezza prodotta dalle maestranze, anche con il territorio dove viveva con i suoi dipendenti.
I restauri
Dunque ha finanziato il restauro dell’organo del 1700 nella Basilica di Santa Maria della Salute, della scala del Massari nel complesso degli Artigianelli, della Cappella Zen nella Basilica di San Marco, delle colonne napoleoniche, dei pennoni e delle Procuratie Vecchie di piazza San Marco. Riqualificato anche il centro sportivo dell’Istituto Salesiano Astori di Mogliano.
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