Alessandro Pattaro illustra i piani delle acque

Alessandro Pattaro spiega le soluzioni per monitorare il pericolo idrico nelle strutture prima della valutazione di compatibilità idraulica

Se per le nuove strutture vengono introdotte le valutazioni di compatibilità idraulica, per quelle preesistenti la questione si complica. L’ingegnere idraulico Alessandro Pattaro spiega come con i piani delle acque è possibile monitorare il rischio anche nelle infrastrutture già esistenti e come è possibile farlo sul territorio.

Alessandro Pattaro e i piani delle acque

Paolo Dalla Vecchia: “Qualsiasi piano di urbanizzazione su una realtà comunale avrebbe dovuto prevedere la valutazione di compatibilità idraulica, in modo tale da limitare con interventi prescritti ad accompagnare questa nuova edificazione il rischio idraulico.

Per il pregresso? Perché questa è stata una bellissima iniziativa, che ci ha spinto a programmare e pianificare con intelligenza il nostro territorio. Tuttavia rimane la grande partita del pregresso, cioè tuta quell’edificazione e quelle costruzioni fatte tra gli anni 50 e 90. Lì c’è stato un intervento positivo, sempre avviato nella nostra realtà provinciale e veneta, che sono i piani delle acque. In cosa consistono?”

Alessandro Pattaro: “Richiamo l’avvocato Dalla Vecchia, perchè lui allora era assessore della provincia di Venezia. Fu grazie a questo che venne promossa questa innovazione tecnica per introdurre i piani delle acque.

Strumento meraviglioso, che però ha avuto meno successo della valutazione della compatibilità idraulica. La compatibilità idraulica si può estendere dal Veneto in tute le altre regioni. Il piano delle acque no.

Questo strumento permette di intervenire sulle criticità che già esistono nel territorio. È uno strumento prima di tutto di ricognizione, quindi va a monitorare tutte le reti del flusso meteorico minori e minute che purtroppo quando va in pensione il geometra o il capo dell’ufficio tecnico vengono perse di vista.

In questo modo viene monitorata e verificata l’esistenza di un flusso, e in questa rete minuta ne vengono analizzate anche le criticità. A questo punto, dopo aver fatto una fotografia, si può proporre un piano degli interventi”.

Paolo Dalla Vecchia: “Quali sono le criticità che possono insorgere? Disordine delle micro infrastrutture? Cosa aumenta il rischio?”

Il rischio del tombinamento

Alessandro Pattaro: “Il tombinamento dei fossi, l’occlusione delle condotte che vanno poi ripulite. Spesso i fossi in campagna spariscono perché l’agricoltore ha l’esigenza di portare la coltivazione fino all’ultimo centimetro di territorio disponibile. Si rischia poi di tombinare il fosso.

Gli elementi di manutenzione mancano e comportano dei vizi legati alla progettazione, condotte sottodimensionate, anche cedimento. Questo, comunque, non è sempre dovuto alla cattiva produzione.

Questo strumento è importantissimo perché permette di andare a rilevare tutte le criticità e a risolverle. Un altro argomento molto importante prodotto è stato quello della moderazione matematica, che è una grande questione trasmessa dal professore Luigi D’Alpaos con la tesi della mia prima laurea in ingegneria idraulica sulla moderazione idrodinamica monodimensionale di tutto il territorio compreso tra il Sile e la Piave.

Quindi si simula il comportamento del territorio introducendo come condizione al contorno un’ondata di piena e  si vede come il territorio risponde”.

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