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Alessandro Serra: L’uomo che mangiava carrube

Valentina Bobbo propone per Scrittori in Libertà il nuovo libro di Alessandro Serra: L'uomo che mangiava carrube.

Siamo in collegamento con Valentina Bobbo, la nostra blogger che tira fuori dal cilindro sempre un sacco di libri di scrittori sconosciuti e che noi invece vogliamo far conoscere. “Oggi vi propongo un romanzo che indaga la capacità delle persone di andare oltre certi limiti. Il titolo è un po’ particolare perché si intitola “L’uomo che mangiava carrube”. È stato scritto da Alessandro Serra. L’autore è un attore tra l’altro, per cui non scrive solo libri ma anche opere teatrali, oltre che ad interpretarle”.

Alessandro Serra

“No direi proprio di no. Tra l’altro sta recitando in questo ultimo periodo nei teatri di Roma, quindi insomma è una persona che ha parecchie frecce al suo arco dal punto di vista artistico. Comunque lui ha deciso di scrivere questo libro particolare. Ci tengo perché ci tiene anche lui a farlo sapere, che è stato scritto in collaborazione con AVIS e un associazione che si chiama “Sorriso in viaggio” per i bambini che hanno delle malattie e che vengono sostenuti anche da questo genere di attività culturali. Fanno sempre bene sia la cuore che allo spirito. Al di là di questo la storia è un po’ particolare. Lo scrittore nella sua prefazione ce la spiega un po’.

Ci dice: “Io sono partito da una domanda. ‘Come mai le persone che per esempio hanno un sacco di soldi non si accontentano e si spingono ancora più in là perché ne vogliono ancora? Oppure una persona che ha tantissimo successo non si accontenta, si spinge ad arrivare al limite di sfiorare il disastro totale, di perdere tutto? Perché le persone non si accontentano e non si fermano prima del disastro?”. È una domanda interessante, non so se ve la siete mai posta, però non è banale”.

Nono, sicuramente se la sono posta in molti. Credo sia anche la base della dipendenza del gioco, quando a uno vince va avanti finché non perde. Quella è una malattia patologica ma è un po’ cosi nella vita. Si ha sempre bisogno di nuovi orizzonti, nuovi primati da battere, l’importante non è l’arrivo ma il viaggio.

“Esatto, ma infatti lui poi raccontava la storia di un famoso calciatore che aveva tutto dalla vita. Una splendida carriera, famiglia, denaro in abbondanza, guadagnava milioni al giorno. Questo alla fine si è messo nel giro delle scommesse per cui poi è arrivata una pessima fine. Uno si chiede come mai una persona che aveva qualsiasi cosa, anche salute, bellezza, ha dovuto rischiare di perdere tutto per essere felice. Quindi non bastava quello che aveva prima? No, evidentemente c’è un asticella che si alza sempre di più”.

E qui sai cosa succede? Si apre tutto un mondo sulla felicità. Ci sarebbe da scrivere un libro. Simile a “L’uomo che mangiava carrube”. Molti ci hanno provato a scrivere un libro sulla felicità ma rischiano di annoiare magari.

“Esatto, però penso che come dicevi tu prima sia una domanda che ci si pone spesso. Leggere un libro che a modo suo la tratta, cerca di sviscerarla, secondo quello che è lo stile dell’autore, può essere interessante”.

Certo. allora, “L’uomo che mangiava carrube” di Alessandro Serra, casa editrice?

“No è auto prodotto insieme ad AVIS, quindi non ha una vera e propria casa editrice, si sono arrangiati”.

Però comunque lui gode del fatto che ha un nome noto come attore quindi magari punta su quello. Parlavamo anche di questo, di scrittori che si arrangiano anche ad auto promuoversi. La rubrica vuole dare spazio anche a queste persone. Grazie Valentina Bobbo, alla prossima.

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