Venezia scoppia di turisti e i borseggiatori imperano, e anzi hanno perfezionato la loro azione organizzandosi in bande. La prova, oltre alle denunce che arrivano nelle caserme della Polizia e dei Carabinieri, la si trova ogni giorno nei bidoni della spazzatura o tra le piante nei giardini di Piazzale Roma o della Stazione S. Lucia, dove si trovano portafogli abbandonati e vuoti.
Furti e sfruttamento di minori
Seguono da vicino il fenomeno i cittadini non distratti, che da anni combattono i borseggi e questo orrendo biglietto da visita mostrato ai turisti. Sono loro che spiegano di aver notato l’arrivo, quest’anno, di più bande dedite al borseggio, con giovanissime ragazze, anche di 13 anni, non imputabili. E quindi, oltre che di furto, si deve parlare anche di sfruttamento di minori.
L’operato dei borseggiatori
Le bande cominciano il loro lavoro la mattina, sotto gli occhi di esercenti e commercianti i loro componenti si distribuiscono, chi sugli imbarcaderi dei vaporetti e chi si muove avanti e indietro. Anche per questo vengono notati attraverso le vetrine di chi sta al banco lungo le calli invase dai turisti, soprattutto nei pressi di Rialto e San Marco.
Le difficoltà delle Forze dell’Ordine
Polizia di Stato, Municipale e Carabinieri dispongono di agenti in borghese anti-borseggio, ma sono pochi. E poi, anche quando scatta l’arresto il malvivente deve essere rilasciato a meno che non abbia accumulato almeno 3 anni di pena. E poi ci sono le donne incinte e le minorenni, non perseguibili, che appunto stanno aumentando.
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