L’uomo quarantenne adescava le ragazzine negli incontri sportivi, le spingeva a mandargli foto spinte, ad avere atti sessuali e poi le minacciava
Questa mattina, i carabinieri di Mestre hanno eseguito una duplice misura cautelare a carico di un uomo, allenatore di 40 anni, indagato per detenzione di materiale pedopornografico, adescamento e atti sessuali con minorenni di età compresa tra i 14 e i 16 anni.
Gli è stato imposto l’obbligo di dimora e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalle sue vittime. La sua carriera di allenatore da stamane è temporaneamente sospesa per un provvedimento del gip del Tribunale di Venezia.
Il 40 enne è indagato per atti sessuali con tre minori di età compresa tra i 14 e i 16 anni. L’inchiesta coordinata dalla Procura di Venezia è condotta dai carabinieri. Secondo l’accusa era entrato in contatto con le sue vittime frequentando gli stessi loro ambienti; il ruolo di allenatore lo aiutava a carpirne la fiducia.
Tutto è partito dalla madre di una ragazza minorenne che controllando il cellulare della figlia ha trovato sulle chat di WhatsApp tracce di una relazione tra ai due e richieste di fotografie spinte.
La donna si è rivolta ai militari dell’Arma i quali hanno scoperto che nel corso degli anni l’allenatore avrebbe compiuto atti sessuali con almeno due ragazze, minorenni all’epoca dei fatti. Gli adescamenti avevano luogo nei fine settimana quando aveva modo di starci a stretto contatto grazie agli incontri sportivi in programma.
Nella sua abitazione inoltre è stato trovato vario materiale pedopornografico dentro hard disk. La conferma degli abusi sarebbe arrivata dall’interrogatorio delle vittime in ambiente protetto che ha permesso di chiarire il modus operandi del pedofilo.
Dopo aver carpito la fiducia delle ragazzine, le sottoponeva a forti pressioni psicologiche; riusciva così a farsi inviare foto spinte e poi ad avere dei veri e propri rapporti sessuali di vario genere. Le minori erano poi costrette al silenzio sotto minaccia.
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