Il debutto in lingua inglese di Pedro Almodovar
Protagoniste della pellicola sono due attrici premio Oscar, Julianne Moore e Tilda Swinton, che interpretano rispettivamente Ingrid, una scrittrice, e Marta, una reporter di guerra. Il film racconta la storia di queste due amiche che, dopo essersi perse di vista, si ritrovano anni dopo e riscoprono il loro profondo legame.
Almodóvar ha descritto la sua ultima opera come un film sull’empatia e sull’amicizia, ma anche come un atto politico contro i discorsi d’odio e a favore dell’eutanasia.
I grandi temi attuali
“Il mio è un film che celebra la capacità di aiutare gli altri e la libertà di essere padroni della propria esistenza,” ha spiegato il regista, sottolineando l’importanza di una legislazione sull’eutanasia come quella spagnola, che dovrebbe essere estesa a livello globale.
Almodóvar non ha mancato di criticare i razzisti e i negazionisti del cambiamento climatico. Sono temi che fanno da sfondo alla sua pellicola, in cui una donna agonizzante riflette la condizione di un mondo altrettanto sofferente.
I capolavori presentati alla Mostra
La giornata ha visto anche l’anteprima di Vermiglio, il secondo film italiano in concorso a Venezia, diretto da Maura Delpero. Ambientato in un paesino del Trentino durante l’ultimo anno della seconda guerra mondiale, il film ha evocato confronti con il cinema di Ermanno Olmi. Ciò per la sua capacità di intrecciare storia e umanità in una narrazione intima e coinvolgente.
Il regista australiano Peter Weir è stato celebrato con il Leone d’Oro alla carriera e la proiezione del suo capolavoro Master and Commander. Mentre il francese Claude Lelouch ha ricevuto il premio Cartier Glory to the Filmmaker, presentando fuori concorso il suo nuovo film Finalement.
Infine, nella sezione Venezia Classici, è stato presentato Volonté – L’uomo dai mille volti, un documentario di Francesco Zippel che celebra la vita e la carriera di Gianmaria Volonté, a trent’anni dalla sua scomparsa.
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