Il calo della domanda internazionale sulle esportazioni veneziane dal 2022
Le aziende veneziane hanno un’elevata percentuale delle loro esportazioni, pari al 62%, dirette verso l’Europa e gli Stati Uniti. Queste imprese hanno risentito in modo particolare del rallentamento della domanda internazionale e della diminuzione dei prezzi alla produzione, fenomeni legati alla stabilizzazione dei costi delle materie prime, avvenuta dopo il picco registrato durante l’apertura e la successiva fine dell’emergenza Covid. Questi, sono gli ultimi dati elaborati dall’ufficio studi della Cgia di Mestre per tastare il polso del settore manifatturiero veneziano.
Le parole di Daniele Nicolai, ricercatore ufficio Studi Cgia di Mestre: “L’export della provincia di Venezia è sceso del 5% nel 2023, passando da 7.1 miliardi di euro a 6 miliardi di euro e 700 milioni. Si tratta di un calo che va, tuttavia, contestualizzato in quella che è stata la flessione del commercio mondiale e in quello che è il boom dei prezzi alla produzione.”
Rispetto al 2019, invece, c’è stata una crescita notevole
C’è, però, anche una bella notizia: le esportazioni veneziane sono cresciute oltre il 35% rispetto 2019, ossia di più delle altre province venete. Prosegue Nicolai: “Se facciamo un confronto con il 2019, scopriamo che l’export veneziano è cresciuto del 35%. Questo vuol dire di più rispetto a tutte le altre province del Veneto e anche del contesto nazionale.”
Il calzaturiero che, in questi mesi, è il sorvegliato speciale per la richiesta di casse integrazioni che superano il 60% degli addetti, è tra i settori che ha esportato di più. A proposito di ciò, il ricercatore sostiene: “Le calzature rappresentano sempre il primo prodotto merceologico ed è interessante il +13% assegnato rispetto al 2022. In positivo anche i macchinari, al secondo posto; invece, riscontriamo un calo di quello che è il mercato della raffinazione e del comparto aeronavale.”
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