Il gip del tribunale di Brescia Alessandra Sabatucci ha rinviato a giudizio Felice Maniero, l’ex boss della Mala del Brenta. Era in carcere da ottobre scorso con l’accusa di maltrattamenti fisici e psicologici sulla compagna. Il dibattimento inizierà il 14 febbraio che ironia della sorte è il giorno di san Valentino. Intanto Felicetto resta in carcere dove si trova dall’ottobre scorso.
Scarcerazione negata
Dal giorno dell’arresto ad oggi per quattro volte – due il gip e altrettante il Riesame – è stata negata la scarcerazione a Maniero che abitava da tempo a Brescia con una nuova identità. «Abbiamo preferito il dibattimento per evitare di elemosinare sconti di pena perché siamo convinti che la sede dibattimentale sia quella preposta per verificare le accuse» ha commentato l’avvocato Luca Broli.
“Faccia d’Angelo”
“Faccia d’angelo”, così chiamavano Felice Maniero, terrore del Nordest. Rapine, assalti a portavalori, colpi in banche e in uffici postali. Maniero negli anni Ottanta era l’imprendibile bandito che regnava con le armi sul Veneto, sul Friuli e sull’ Emilia Romagna. Il boss della Mala del Brenta.
Maniero, classe 1954, nato a Campolongo maggiore in provincia di Venezia, accusato di almeno sette omicidi, traffico di armi e droga e associazione mafiosa, viene arrestato per la prima volta nel 1980 e nella sua lunga carriera ha collezionato una serie di clamorose evasioni: la prima nel 1987 quando fuggì dal carcere di Fossombrone. Viene catturato nuovamente nel 1988 ma riesce a scappare l’anno successivo dal carcere di Portogruaro, per poi essere arrestato nuovamente a Capri nel 1993 e, dopo un’altra evasione, la terza nel 1994 a Padova, è riacciuffato a Torino nel novembre dello stesso anno.