Così giovane eppure con idee così chiare, Andrea Corazza ha appena 21 anni, ma è lanciatissimo nel ruolo di regista e sceneggiatore con una propensione per la tematica sociale. Come si vede dai suoi primi due lavori: i cortometraggi “We Have No Colors” sul razzismo e “The Line of Life” sul cancro negli adolescenti. Ma il giovane regista che vive a Noale e studia all’Università di Padova ha già pronto un terzo corto “Make A Wish” in cui irrompe di prepotenza l’attualità della guerra vista con gli occhi di una bambina.
Andrea Corazza, regista e sceneggiatore
“Il corto parla di Rosa, una bambina di dieci anni che si trova da un giorno all’altro a dover abbandonare la sua vita superando molte difficoltà e paure. E’ una riflessione sulla drammatica situazione che sta vivendo il popolo ucraino. Ci tengo a sottolineare che non si parla solo della guerra in Ucraina, ma anche di tutte le guerre che stanno drammaticamente rivoluzionando intere popolazioni”.
“Make A Wish” sta già mietendo successi anche oltre oceano. Certo non può mancare una vetrina importante come la 79esima Mostra del Cinema di Venezia.
Il successo di “Make A Wish”
Continua Andrea Corazza: “Ha superato l’oceano atlantico ed è arrivato a Miami vincendo il premio Creators For Change Award. Il 18 settembre è in finale a Nagasaki in Giappone ed è tra i candidati per il premio della pace 2022. Per me è un grande onore essere tra i dieci finalisti di questo importantissimo premio che è organizzato dalle Nazioni Unite. Rappresenta un grande traguardo ed un grande obiettivo.
Nei prossimi giorni sarò ospite a Roma presso l’arena dell’Isola Tiberina, l’Arena del Cinema, che è uno dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia della capitale. “Make A Wish” è in finale e ci sarò il primo settembre la cerimonia di premiazione. Il 3 settembre sarò a presentare “Make A Wish” all’interno dell’Hotel Excelsior nella sala della Regione presso la 79esima Mostra del Cinema di Venezia”.
Una troupe di giovanissimi
I cortometraggi di Andrea Corazza, che come maestro cita il fotografo Oliviero Toscani sono realizzati in economia, nei luoghi attorno a casa e con giovanissimi collaboratori.
“Le riprese sono state fatte nel territorio noalese. La mia troupe è composta da giovanissimi del territorio di Venezia, Padova, Treviso e Noale. E’ stata una vera e propria sfida. Molti di loro non avevano mai avuto l’opportunità di lavorare nel mondo del cinema. Ho cercato di dar loro la possibilità di lavorare a questo piccolo progetto che sta diventando sempre più grande e importante a livello internazionale”
A tutto questo, evidentemente, si deve anche il candore disarmante di un utopico messaggio di pace e di amore.
“Per noi è molto importante il percorso che sta facendo per crescere e per far crescere lo spettatore. Parlare di queste tematiche, soprattutto con un linguaggio fresco e giovanile può dare qualche speranza in più alle future generazioni. Per cercare di portare avanti anche nei prossimi anni un messaggio di speranza e di pace. Dopo aver ricevuto il premio di Miami, ho fatto un piccolo discorso al pubblico. Ho chiesto di non provare mai odio. L’odio è lo stesso sentimento che ha portato certe persone a compiere queste terribili azioni. Ho chiesto di innamorarsi perchè solo con l’amore possiamo sconfiggere l’odio”.