La Voce della Città Metropolitana

Anna Brondino, povertà: aumentate di oltre 10 volte le richieste d’aiuto

Sono soprattutto le donne che stanno vivendo drammi del Covid anche nel veneziano. I ristori non arrivano a molti imprenditori del turismo. Regione, comuni e caritas stanno distribuendo viveri. Ne parliamo con Anna Brondino, presidente dell'Associazione Corte del Forner

Anna Brondino, Presidente dell’associazione “Corte del Forner”. Associazione creata in aiuto delle famiglie nel periodo di crisi che non dava segnali di interruzione. Adesso l’associazione è più che mai fondamentale per il soccorso economico alle famiglie in crisi a causa della pandemia. LEGGI ANCHE: Solidarietà alimentare Covid-19: via libera ai contributi

Le parole di Anna Brondino

“Abbiamo aperto il 7 novembre del 2019, la situazione è molto peggiorata. Siamo partiti con 5 famiglie quando abbiamo e aperto adesso ne stiamo assistendo un centinaio. La situazione è esplosa durante il lockdown. Siamo riusciti a rimanere aperti, grazie ad un gruppo di volontari che si sono resi disponibili.

Abbiamo quindi iniziato ad inserire nel progetto sia le famiglie che ci venivano inserite dai servizi sociali, che persone che con il lockdown avevano maggiormente bisogno di aiuto. Abbiamo dato moltissime “spese di emergenza” per persone che non vengono inserite nel progetto dell’emporio regionale. Dobbiamo ringraziare la regione Veneto per questo che ci ha sostenuto e continua a sostenerci, insieme al Comune di Venezia e al Patriarcato”.

I primi fondi

“I primi fondi sono arrivati dalla regione quando abbiamo aperto il luogo in cui lavoriamo che è in comodato d’uso gratuito. La Curia inoltre ci ha sostenuto con dei fondi e durante il lockdown sono arrivati moltissime altre donazioni. Ho piacere di ricordare una bimba, Giulia, che al posto di chiedere un regalo per il compleanno di 13 anni, ci ha fatto un versamento per l’emporio. Queste sono il genere di cose che fanno andare avanti in momenti di difficoltà come questo.

Chi era buono con il Covid è diventato ancora più generoso, mentre chi non lo era forse è un pochino peggiorato. Il Coronavirus ha accentuato, secondo me, le predisposizioni di animo delle persone. Noi abbiamo comunque ricevuto una marea di solidarietà e devo ringraziare tutte le persone che ci sono state vicino”. Spiega la presidente.

I più bisognosi vengono dal mondo del turismo

Facendo un’analisi dei nostri utenti, abbiamo per lo più persone dai 40 ai 50 anni che lavoravano nel turismo o comunque nelle professioni basse. Persone cioè che avevano dei contratti stagionali e che non hanno potuto usufruire della cassa integrazione. Una seconda categoria di persone sono coloro che hanno ricevuto tardi la cassa integrazione. Infine ci sono coloro che lavorano ma con uno stipendio talmente basso che non riesce a far fronte al mantenimento della famiglia.

Importante la presenza delle donne all’interno di queste categorie

“Nella categoria di persone che hanno perso il lavoro, purtroppo, ci sono moltissime donne, magari con figli da mantenere. Io sono anche impegnata nell’ambito delle pari opportunità e il problema delle donne è grossissimo perché i primi posti di lavoro che vengono tagliati sono appunto quelli delle donne”.

“Le donne che hanno perso il lavoro sono donne che non avevano un contratto a tempo indeterminato, impegnate nel lavoro di check-in presso appartamenti ad uso turistico, lavoratrici per agenzie di pulizia, cameriere ai piani o comunque professionalità basse. Ovviamente chi svolge altre professionalità ha potuto usufruire della cassa integrazione e avevano dei contratti a tempo indeterminato. In questo periodo può capitare purtroppo che qualcuno si ritrovi a dare uno stipendio più basso, le persone allora cercano di trovare un altro lavoretto ma che risulta comunque insufficiente a mantenere la famiglia”.

“Inoltre, riguardo al tema della didattica a distanza, abbiamo cominciato a distribuire del materiale didattico in emporio. Si tratta di quaderni, penne e altro materiale che può essere di aiuto per le famiglie in questo periodo e che riusciamo a fornire sempre grazie all’aiuto di altre persone”. Continua Anna Brondino.

Come si entra in contatto con l’associazione

Le persone che hanno bisogno di aiuto entrano su segnalazione della Caritas oppure su altre segnalazioni che poi noi comunque andiamo a verificare. Siamo sempre riusciti a dare una spesa in emergenza a chiunque venisse a chiedere, poi cerchiamo di accompagnarle in un passaggio ai servizi sociali. Molti vedono i servizi sociali come stigmatizzati ma possono essere molto di aiuto, anche ad esempio per avere sussidi per l’affitto, per le bollette o per altro. Non può succedere che i servizi sociali tolgano l’affido dei figli ad una mamma. Hanno perfettamente in mente quali sono le situazioni delle famiglie durante questo periodo di crisi.

Come è nata l’associazione 

“É un sogno che la nostra associazione coltivava da 10 anni. Caritas ha più un ruolo di coordinamento della gestione della mensa di Ca’ Letizia. Ha un ruolo un pochino diverso rispetto al nostro. Noi siamo più sul campo, anche perché, non essendo istituzionali, la gente viene da noi più volentieri, con meno paura. Si è creata tutta una rete di associazioni che lavorano dal basso e che lavorano in questo ambito. Questa rete funziona bene, riusciamo a collaborare molto. 

Ci sono poi altre due reti istituzionali come il tavolo della povertà del comune e la rete di coordinamento Caritas. Anche però su Venezia centro storico abbiamo creato una sottorete di buona volontà con le altre associazioni che riesce a lavorare molto bene”. Conclude la presidente dell’associazione “Corte del Forner”.

Contatti per i più bisognosi

“Ex area Umberto I, Canareggio 3144, vicino alla Chiesa di Sant’Alvise dove c’è l’ospedale pediatrico. Siamo aperti il mercoledì dalle 9.00 alle 12.00 e il giovedì dalle 9.00 alle 18.00. L’indirizzo mail è cortedelforner@gmail.com ed è possibile contattarci anche sulla nostra pagina Facebook”, conclude Anna Brondino.

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