Nel 50/mo anniversario della morte in un incidente aereo del cosmonauta sovietico Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, facciamo il punto sulla caduta della stazione spaziale cinese che dovrebbe impattare sulla Terra fra circa una settimana.
Ricorre oggi il 50/mo anniversario della scomparsa di Jurij Gagarin: il 27 marzo 1968 morì in un incidente aereo, il primo uomo ad aver raggiunto lo Spazio, da dove pronunciò la celebre frase: «Da quassù la Terra è bellissima. Senza frontiere, né confini». Il cosmonauta sovietico, che aveva appena compiuto 34 anni, si schiantò al suolo col suo piccolo caccia Mig-15Uti, perdendo la vita con il copilota Vladimir Seryojin, non è ancora chiaro se per una collisione in volo o per una manovra sbagliata.
Di certo c’è che sette anni prima, Gagarin era uscito dall’atmosfera per entrare nella Storia: il 12 aprile 1961, a bordo della capsula Vostok 1, lanciata dal cosmodromo di Baikonur alle 9:07 del mattino e volata attorno alla Terra per un’intera, unica orbita: 108 minuti che cambiarono il mondo e coronarono la momentanea supremazia sovietica sul programma spaziale americano.
Tornando ai giorni nostri, la stazione spaziale cinese Tiangong-1 sta precipitando sulla Terra, che dovrebbe impattare fra circa una settimana: gli scienziati non sanno indicare il punto preciso della caduta, ma esiste una probabilità seppur minima che i frammenti possano colpire delle aree popolate, fra cui alcune del centro sud Italia (QUI e QUI potete seguirne l’orbita).
Comunque è maggiore la probabilità (più o meno il 67%) che i detriti finiscano in mare, anche se sarà impossibile conoscere l’area d’impatto con precisione più di due ore prima che questo avvenga. Finora c’è un unico caso di contatto diretto: nel 1997, Lottie Williams camminava in un parco in Oklahoma quando ha visto un lampo di luce e pochi istanti dopo è stata colpita da un pezzo di metallo sulla spalla, senza essere ferita.