L’ingegnere idraulico e professore dello IUAV Antonio Rusconi è ottimista e apprezza la revisione ogni sei anni dei nostri piani di gestione idrica. Quello che lo preoccupa e che si augura è che venga fatta della formazione ai giovani in materia di partecipazione collettiva alle decisioni.
Antonio Rusconi e il messaggio di ottimismo
Paolo Dalla Vecchia: “Hai un messaggio di ottimismo o prevale il pessimismo riguardo la situazione del nostro paese, in materia di pianificazione e piani di gestione?”
Antonio Rusconi: “Prevale l’ottimismo. I nostri piani di gestione, in maniera molto intelligente, vanno rifatti ogni sei anni. Quindi non è più come una volta, che il piano restava nei cassetti dell’ufficio. Questo ci obbliga a verificare e modificare il piano. Lo facciamo in base a quello che è successo in questi sei anni: cambiamento climatico, lo stato del suolo, gli effetti del vecchio piano. Tutto ciò porta a migliorare.
Sei anni fa la partecipazione era modesta, ora però bisogna fare meglio. La partecipazione va quindi insegnata nelle università, a scuola, non ci si improvvisa esperti di partecipazione. Quindi io sono ottimista”.
Più opere e meno burocrazia
Paolo Dalla Vecchia: “L’idraulica, quindi, è una materia che riguarda la nostra quotidianità. L’assetto del territorio e l’idraulica sono affetti che vanno riconosciuti, divulgati. Sono un nostro patrimonio, dalle amministrazioni locali fino ai vertici dello stato.
Bisogna fare più opere e meno burocrazia. opporre, proprio per la pericolosità della situazione in cui ci troviamo, uno scatto che si sintetizza in maggiori opere idrauliche e meno burocrazia, più velocità nella conclusione di queste opere idrauliche, perché l’acqua quando arriva non aspetta la scartoffia ferma in qualche cassetto dei nostri uffici pubblici”.
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