Confartigianato ha constatato come in meno di 50 anni dei 31 cantieri tradizionali veneziani siano rimasti soltanto 13, di cui 2 su 3 sono ormai andati in fallimento. La situazione sembra peggiorare maggiormente per quanto riguarda gli artigiani e maestri d’ascia; poiché dai 185 addetti del 1976 ora sono rimasti operativi solamente 49. Questo rappresenta il declino della cantieristica tradizionale del centro storico veneziano.
I problemi persistenti
Il direttore di Confartigianato di San Lio, Gianni de Checchi lamenta che i problemi legati al settore persistono, anche dopo l’evento del Salone nautico. Da tempo sta chiedendo di dare maggior attenzione al settore cantieristico e sottolinea la mancanza degli spazi, il problema legato alla burocrazia, la difficoltà di trovare mano d’opera e della mancanza di fondi per aiutare le imprese.
Lo stesso De Checchi si augura ad una risoluzione della situazione, che deve essere analizzata insieme alle istituzioni, in particolare da chi amministra la città.
Cantieristica
Igor Silvestri, responsabile del cantiere nautico Ba.Si. a Castello, dichiara come il settore sia stato colpito dall’acqua alta e poi dal Covid 19. Secondo lui, la cantieristica minore rappresenta la storia della città lagunare e, a maggior ragione, ci dovrebbero essere maggiori fondi e finanziamenti per le imprese, anche in vista degli adeguamenti normativi necessari nelle aree cantieristiche. Aggiunge che ci dovrebbe essere una “Legge speciale”, che tuteli le professioni storiche e spera in un incontro con le istituzioni.
Mancanza di spazi e opportunità
Maurizio Agabitini del cantiere nautico il Barcarizzo a Murano sottolinea anche la scomparsa degli spazi per la cantieristica e denuncia la mancanza di sensibilità per questo lavoro e per il suo futuro; un lavoro che deve essere appreso solamente attraverso il lavoro manuale nei cantieri.
Anche lui in una riunione con le istituzioni, poiché nonostante i vari appelli, la politica sembra non ascoltare e interessarsene. Anche lui ribadisce di come sia importante salvaguardare questo antico mestiere, che racchiude una parte della storia di Venezia.
Si verificano anche casi di spazi “rubati” alla cantieristica, come quello dell’area ex Actv di Sant’Elena, che vengono pensati per progettare case. La situazione diventa ancora più critica anche per la difficoltà di coinvolgere i giovani per la mancanza di spazi e opportunità.
Per questa ragione, il presidente della Confartigianato Andrea Bertoldini fa un appello anche alla città, in particolare ai privati che possiedono aree idonee alla cantieristiche, ma che sono invece abbandonate e per questo potrebbero essere messe a disposizione della cantieristica veneziana.