Fabio Reggio, membro del consiglio direttivo dell’Avis di Venezia, lancia un appello rivolto a tutti: “Sono in calo le donazioni di sangue, soprattutto d’estate, momento in cui c’è più richiesta a causa dell’aumento degli incidenti ma al tempo stesso meno donazioni”. Le ragioni possono essere diverse ma la soluzione c’è.
Problemi e soluzioni
La gente ha caldo, non ci pensa, va in vacanza, la pressione di abbassa. Sono tante delle ragioni che spingono senza pensarci tante persone a non fare donazioni di sangue nel periodo estivo. “Basterebbe essere un po’ più accorti – puntualizza Reggio – facendo una donazione prima di partire”. L’utilità di questo dono sarebbe stato davvero indispensabile se solo la bambina di 12 anni coinvolta nell’incidente in barca avvenuto in questi giorni fosse riuscita a giungere ancora viva in ospedale. In quel caso sarebbe servito molto sangue e forse sarebbe anche sopravvissuta.
Dove sono i giovani?
Un tema scottante è quello della mancanza di giovani donatori. A volte manca la sensibilità anche se la sensibilizzazione c’è. “A Venezia stiamo portando avanti un lavoro con borse di studio dedicate nelle scuole superiori in classi dove i ragazzi sono già diventati maggiorenni e perciò possono donare”. L’Avis è quindi presente nelle scuole così come in numerose manifestazioni come nella voga longa, con le regate e con la barca a vela.
I dati concreti
Un dato importante che segnala la diminuzione delle donazioni si nota nel confronto tra l’anno scorso e quest’anno: nel mese di giugno del 2019 rispetto a quello del 2018 ci sono state 60 donazioni in meno. Questo problema incide sui grandi ospedali come Padova, Venezia e Treviso dove si fanno più interventi visto che ci sono persone che vengono anche da altre città. “Per un trapianto di fegato – esemplifica il nostro ospite – ci vogliono almeno 50 sacche di sangue e devono essere compatibili con il paziente e se manca il sangue non si può fare l’intervento”.
Un messaggio finale
Il messaggio finale è questo: l’Avis dovrebbe essere dappertutto perché pubblicizza la vita. Il sangue non si può sostituire perciò “donate il sangue perché ci si sente bene, è gratis e non sappiamo a chi lo diamo”.