Aquagranda, nuova commissione Fondazione Teatro La Fenice
in occasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione del 4 novembre 1966
Con la messa solenne celebrata nella Basilica di San Marco dal patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, e la prima della rappresentazione di Aquagranda al Teatro la Fenice hanno raggiunto il momento più alto e solenne, questa sera, a Venezia, le commemorazioni per ricordare il 50. anniversario dell’alluvione che il 4 novembre del 1966, insieme a Firenze, devastò la città lagunare, le sue isole, la terraferma e i territori circostanti.
Quel giorno si verificò la più elevata acqua alta mai registrata da quando iniziarono le rilevazioni sistematiche del fenomeno: alle ore 18 il mareografo di Punta della Salute segnò quota 194 cm. L’alluvione provocò disastrose conseguenze. Soprattutto fu colpita Pellestrina, l’isola nella quale è ambientata la nuova opera di Filippo Perocco che inaugura la Stagione. Ernesto Ballarin, il protagonista, all’epoca aveva venticinque anni e il mare che aveva travolto i Murazzi gli entrò dentro casa arrivando fino al tetto e costringendolo a evacuare la sua casa e la sua isola insieme ad altre tremila persone.
E’ un momento particolare questo – ha affermato il sindaco dal palco del teatro – noi stiamo ricordando quel giorno drammatico, che causò danni ingenti e molte vittime. Di fronte a quella tragedia la comunità veneziana si è rimboccata le maniche, trovando lo spirito di unità necessario a recuperare fiducia e speranza. Anche oggi viviamo un grande momento di crisi – ha continuato il primo cittadino – una crisi economica, di prospettiva per i giovani. Dobbiamo recuperare lo stesso spirito di unità. Non c’è più spazio per le polemiche inutili. Abbiamo bisogno di costruire insieme un futuro di lavoro, trasparenza e sicurezza per i nostri bambini. Dalla Venezia metropolitana può venire un grande messaggio di unità, per far ripartire Porto Marghera, Murano, Burano, il Lido, dando vero aiuto ai giovani”.
“Con questa rappresentazione – ha aggiunto il sindaco – ringraziando tutte le maestranze del teatro La Fenice – dimostreremo con quanto cuore alcuni hanno vissuto l’evento dell’Aquagranda, e capiremo cosa ognuno di noi può fare per questa città. Se tutti contribuiremo a questo progetto, saremo degni di essere ricordati dalle generazioni future”.