Arrestato un boss dell’eroina che gestiva lo spaccio a Mestre

Preso Ken, il boss dell’eroina del quartiere Piave: si trovava in Germania

È stato arrestato ieri su mandato di cattura europeo. È colui che, secondo gli investigatori, gestiva il giro di spaccio nella zona della stazione di Mestre.

Mancava soltanto lui, il boss, quello che la Polizia ritiene il capo indiscusso dell’organizzazione che gestiva il giro di spaccio più importante nel Veneto. La sua gang è caduta il 10 luglio scorso dopo un blitz degno di un film d’azione dalla squadra mobile di Venezia.

Kenneth Igodharo

Si chiama Kenneth Igodharo , 37 anni e quando ha intuito che gli investigatori stavano avvicinandosi è fuggito in Francia, nella regione dello Champagne lasciando la lucrosa attività illegale ai suoi vice in via monte san Michele a ridosso della stazione di Mestre.

Lui si trova ora in arresto a Norimberga, in Germania. Per catturarlo lo SCO, il servizio centrale operativo da cui dipendono le squadre mobili di tutto il paese aveva messo in campo cento uomini, blindati, un elicottero. Erano stati emessi 41 provvedimenti restrittivi e finora ne sono stati eseguiti 39.

Ken è definito dagli investigatori intelligente e pragmatico, manteneva i contatti sia con il secondo livello sia con il terzo, ossia con i fidati distributori dell’eroina gialla, quella killer e gli spacciatori di strada.

La gang

Il gruppo di nigeriani aveva conquistato il mercato con un’operazione a suo modo di “dumping”. Vendevano eroina con principio attivo superiore al 50% e prezzi stracciati, 20 euro a dose. 11 le overdosi fatali provocate dalla droga che svendevano. Pensavano solo ai soldi. Un tossicodipendente che si era rifiutato di acquistare quella droga ha raccontato che ha ottenuto in cambio una risata.

Del resto è stato appurato che facevano parte della setta Eiye, che in madrepatria è sinonimo di violenza e criminalità. E’ una costola della mafia nigeriana. La Polizia ha sequestrato il negozio di articoli per parrucchiere, loro quartier generale, per riciclaggio. Lì infatti arrivavano gli introiti dello spaccio e sempre da lì venivano affidati i contanti a spalloni per essere trasportati in Nigeria via aereo.

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