Nella serata di ieri 29 aprile, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Mestre, coadiuvati nelle fasi esecutive dalle unità cinofile della Polizia Locale di Venezia, hanno tratto in arresto in flagranza di reato uno spacciatore S.N. cittadino marocchino classe 1975 senza fissa dimora e ricercato per una condanna definitiva per rapina e porto abusivo di armi.
Gli appostamenti
Era da diversi giorni che i Carabinieri stavano monitorando i movimenti di un gruppo di tre persone, una coppia di italiani ed uno straniero orbitanti attorno ad un appartamento nel centro di Marghera, in zona Piazzale Concordia e quindi strategicamente posizionato con facile accesso alla Stazione ferroviaria. Osservazioni e pedinamenti hanno consentito di individuare pochi giorni fa la base dei pusher, un appartamento sito al primo piano. Ieri sera è scattato il blitz. I Carabinieri dopo aver seguito lo straniero per tutto il pomeriggio arrivano davanti alla porta dell’appartamento e dopo aver cinturato l’area circostante, hanno bloccato il sospetto accedendo all’appartamento, di proprietà di un italiano che aveva “locato” una stanza all’uomo insieme ad una ragazza originaria del Cadore.
Due etti di eroina
All’interno dei locali sono stati rinvenuti, anche grazie all’ausilio di Lapo e Hadesz cani delle unità cinofile della Polizia Locale di Venezia, quasi due ettogrammi di Eroina, confezionati in quattro sassi conservati nel comodino della camera. I sensibilissimi nasi a “tartufo” dei cani antidroga hanno subito fiutato lo stupefacente nascosto. I militari hanno poi recuperato anche tutto il materiale necessario al confezionamento delle dosi: bilancini, ritagli e rotoli in cellophane per la realizzazione delle classiche dosi da strada, nonché fiale di metadone, a testimonianza dello spessore e della qualità dell’offerta prospettata sul mercato dello spaccio dalla piccola ma ben organizzata cellula scoperta dai Carabinieri. Sono stati rinvenuti e sequestrati dai Carabinieri anche i classici bilancini fondamentali per la pesatura delle dosi, il coltello e i telefoni cellulari cd. “dedicati” con i contatti dei vari clienti. Insieme al materiale, ad ulteriore testimonianza del livello dello smercio, sono stati rinvenuti circa 2.500 Euro, provento dell’attività.
Lo spacciatore
I successivi accertamenti in banca dati, dopo l’identificazione certa dello straniero tramite apposita procedura per fugare tutti gli alias da lui utilizzati in passato proprio per dissimulare i precedenti con la Giustizia, permettevano inoltre di appurare che il soggetto era anche ricercato per scontare una condanna definitiva dovuta alla commissione di una efferata rapina ai danni di un connazionale, al quale aveva inferto un fendente all’occhio mediante un cacciavite, con successiva perdita dell’organo da parte del malcapitato. Per lo spacciatore straniero, dopo le formalità di rito e proprio in considerazione della sua propensione al crimine, si sono aperte quindi le porte della casa circondariale di Santa Maria Maggiore, a Venezia, mentre la coppia di italiani è stata denunciata in stato di libertà, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Gli investigatori sospettano che, a causa della qualità dello stupefacente sequestrato, la cellula fossa attiva nello smercio del pericoloso stupefacente tra i tossicodipendenti del centro di Mestre.
Le attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti sulle aree sensibili della terraferma in atto da tempo proseguiranno senza sosta da parte dei Carabinieri della Compagnia di Mestre su tutto il territorio di competenza.