L’Arsenale di Venezia rappresenta la storia di un luogo simbolo di Venezia. Oggi è sede della Marina Militare e da due anni anche della manifestazione dedicata alla nautica a livello nazionale e internazionale che conserva opere e simboli della potenza navale della Repubblica Serenissima.
Arsenale di Venezia : storia e presente di uomini e barche
È una storia di uomini, di barche e di mare quella dell’Arsenale di Venezia che pochi giorni fa ha ospitato la seconda edizione della manifestazione dedicata alla nautica nazionale e internazionale.
Un’arte navale, quella raccontata in nove giorni di Salone Nautico, che è tornata nella sua “casa naturale” portando con sé tutte le innovazioni della nautica contemporanea nei luoghi dove otto secoli prima gli arsenalotti costruivano le imbarcazioni della Repubblica Serenissima.
Sede della Marina Militare, ma memore di tante professioni
Oggi sede della Marina Militare, l’Arsenale di Venezia continua a rievocare l’atmosfera di splendore. Rievoca anche il lavoro di tutti i fabbri, cordai, arsenalotti, carpentieri e architetti. Hanno dato vita, infatti, in questo luogo, alle galee e a tutte le altre imbarcazioni veneziane che hanno reso grande la flotta della Serenissima nel Mediterraneo. A raccontare le curiosità e gli aneddoti dell’Arsenale di Venezia e del Museo Navale è l’Ammiraglio Andrea Romani.
La nascita e l’espansione dell’Arsenale di Venezia
L’Arsenale di Venezia, in origine, non era situato nel Sestiere di Castello dove lo troviamo oggi, ma si trovava nei pressi di Piazza San Marco. Fu solo nell’XI secolo che questo venne trasferito da Piazza San Marco a Castello, dove si trova ancora oggi.
Un simbolo di forza
L’Arsenale di Venezia era lo stabilimento della produzione navale di Stato attraverso il quale si assicurava la capacità di stabilire, attraverso la costruzione di navi veneziane, nuove rotte commerciali e di proteggerle. Questo è stato un fattore determinante nello sviluppo della potenza navale della Serenissima nel Mediterraneo, simboleggiato anche dal fatto che l’Arsenale aveva una struttura di gestione e controllo molto accurata ed efficace nelle cui posizioni si alternavano gli esponenti delle grandi famiglie patrizie veneziane.
La centralità nella vita pubblica e politica della città era testimoniata anche dal fatto che l’ammiraglio dell’Arsenale manovrava il “Bucintoro”, la barca di rappresentanza della Repubblica Serenissima conservata proprio nelle mura del cantiere navale, durante le grandi occasioni come lo Sposalizio del Mare e dal fatto che gli arsenalotti erano una maestranza ben strutturata capace di lavorare con estrema professionalità chiamata non solo a produrre le navi ma a intervenire anche nel caso di incendi, rappresentando una sorta di protezione civile ante litteram.
In cima all’Europa già dal ‘300
Già nel ‘300 l’Arsenale di Venezia rappresentava uno dei cantieri navali più importanti a livello europeo, al punto da essere citato perfino nell’Inferno di Dante, nel XXI canto, come “l’Arzanà de Viniziani”, il luogo di pena dei barattieri. Quello che era il cantiere originale si espanse successivamente fino ad arrivare, nel periodo a cavallo tra il ‘400 e il ‘500 al suo massimo splendore con la costruzione di mura di cinta su un perimetro di 3 km e delle case destinate alle maestranze avendo impiegati oltre 4000 arsenalotti e costruendo addirittura una galea al giorno. Questo tipo di imbarcazione veneziana a remi era lunga 41 metri e, normalmente, necessitava dai 6 ai 12 mesi per la costruzione.
Il rapporto dell’Arsenale di Venezia con la Marina Militare
Oggi l’Arsenale di Venezia ospita la base navale della Marina Militare con un rapporto di estremo rispetto verso uno dei luoghi simbolo dell’espansione marittima veneziana del passato. All’interno della struttura ha la sua sede l’Istituto di Studi Marittimi della Marina Militare che è un importante centro di formazione e polo culturale della Marina. Gli ufficiali, all’interno di questa sede, frequentano, insieme a studenti civili e ufficiali di altre Marine di Paesi alleati un Master in Studi Strategici e Sicurezza Internazionale in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia.
Oltre all’aspetto formativo e culturale, oggi, l’Arsenale di Venezia è una base navale in cui vi sono permanentemente basate due navi della Marina Militare: la nave Aretusa e la nave Ponza. Queste due imbarcazioni sono rispettivamente: una nave idro-oceanografica che effettua rilievi attraverso i quali si producono carte nautiche e documentazione nautica; e la Nave Ponza, ottimizzata per il supporto dei fari e dei segnalamenti marittimi. Oltre a quest’attività, la Marina Militare organizza ogni due anni nell’Arsenale di Venezia, il Simposio Internazionale delle Marine, uno dei più importanti appuntamenti di diplomazia navale a livello mondiale. L’ultima edizione ha visto la partecipazione di 55 capi e delegazioni di Marine di tutto il mondo e 20 agenzie internazionali. Durante questo evento si approfondiscono i temi legati alla sicurezza marittima e al contesto internazionale.
Le curiosità e i tesori del Museo Storico Navale
Nei pressi dell’Arsenale di Venezia, in Campo San Biagio, è situato il Museo Storico Navale che conserva al suo interno le glorie e i simboli della potenza marittima della Repubblica Serenissima costruiti proprio nel cantiere navale dell’Arsenale. Formato da 42 sale espositive organizzate su 5 livelli e un totale di 4000mq di spazi espositivi, questo museo è considerato uno dei più belli e completi al mondo nel settore marittimo ed è sorto in quello che era uno degli antichi granai della Serenissima dove veniva prodotto un tipo di pane chiamato “biscotto”.
Il bucintoro
Da non perdere la sala che conserva il modello del Bucintoro. È la nave di rappresentanza con cui il Doge celebrava lo Sposalizio del Mare. Si può ammirare ancora oggi l’unico pezzo originale del Bucintoro, sopravvissuto alla mano di Napoleone. Si tratta dell’asta di legno con la quale veniva issata la bandiera di Venezia sulla nave.
La grande scultura italiana
L’atrio d’ingresso del Museo conserva, invece, il monumento funebre, scolpito da Antonio Canova per l’Ammiraglio Angelo Emo. Fu l’ultimo grande capitano “da mar” della Repubblica Serenissima che operò nella seconda metà del ‘700. Nell’atrio c’è un siluro a lenta corsa. È il cosiddetto “maiale”, utilizzato dagli incursori della Marina nella Seconda Guerra Mondiale.
Nemmeno la Guggenheim è indifferente
Distribuiti nelle sale espositive del Museo Navale ci sono altri tesori. V’è la Gondola donata al Museo da Peggy Guggenheim. Non manca una collezione singolare di conchiglie donate al museo dalla stilista Roberta di Camerino. Ovviamente anche modellini di barche, galee, modelli di fortezze veneziane, cannoni. Un vero e proprio giacimento di cimeli. Ciascuno con alle spalle un’interessante storia. È il caso di una rara collezione di ex voto a tema marittimo che va dal XV al XIX secolo. Un grande museo e teatro della tradizione marittima nazionale recentemente riaperto al pubblico.
Il Padiglione delle Navi
Da non perdere anche il Padiglione delle Navi, una delle sale espositive del Museo Storico Navale di Venezia di circa 2000 mq. Risalente al XVI secolo, il Padiglione delle Navi ospita le imbarcazioni più antiche e di rappresentanza della Serenissima. Tra queste: la Disdottona, una maxi-gondola da 18 rematori. E poi il Motoscafo Asso Baglietto, che aveva stabilito negli anni ’30 il record mondiale di velocità con oltre 150 km/h. Ancora, una sezione di Nave Elettra, utilizzata per numerosi esperimenti condotti sulla radiofonia. Inoltre c’è lo Scalé Reale, una fastosa imbarcazione da cerimonia utilizzata dai reali d’Italia.