Il classico cartello d’avviso “Attenti al cane” non esonera il padrone dell’animale a custodirlo in modo che non costituisca un pericolo per gli altri.
Secondo la Cassazione, chi possiede un cane «non può dirsi esonerato dal custodire adeguatamente l’animale dal sol fatto di aver apposto il cartello “Attenti al cane”». La scritta costituisce solo un semplice avviso di presenza dell’animale e non esaurisce gli obblighi del proprietario di evitare che il cane possa «recare danni alle persone».
A fare chiarezza è la sentenza 17133, depositata oggi, in cui è stato accolto il ricorso della Procura di Palermo contro l’assoluzione dal reato di lesioni colpose emessa dal Giudice di pace in favore del proprietario di un cane di grossa taglia: l’animale, sfuggito alla custodia della figlia del proprietario, aveva morso un postino entrato nel vialetto di casa, nonostante un cartello avvisasse della presenza del cane.
Per il giudice di merito, il postino aveva fatto male a non fermarsi davanti all’avvertimento e l’ingresso nella casa «aveva costituito un fatto imprevedibile e non evitabile dal custode del cane e, inoltre, non sanzionabile perché verificatosi all’interno di una proprietà privata». Perciò il padrone era stato assolto.
La Suprema Corte, però, non ha condiviso la decisione e ha ritenuto che l’indicazione sulla presenza dell’animale non sia assolutamente sufficiente a escludere la responsabilità per gli eventuali morsi, dal momento che il proprietario ha obblighi «che vanno adempiuti assicurando il cane a un guinzaglio o a una catena», e di custodirlo in una zona del giardino che non gli consenta «di avvicinarsi agli estranei o di scappare».
La Cassazione, quindi, ha dato ragione al ricorso del Pm per il quale «l’ingresso di un postino presso un’abitazione privata è una attività assolutamente ordinaria e prevedibile da parte del proprietario, che non può ritenersi esentato da responsabilità per avere apposto il cartello “Attenti al cane”».