Paolo Dalla Vecchia: “La domanda che rivolgo ad Augusta Sasso va proprio sul tema della puntata, l’idrovia Padova-Venezia. L’idrovia è un canale navigabile della lunghezza di circa 27 km, compreso tra l’area dell’interporto di Padova, zona industriale, e la laguna di Venezia. Ed è un’opera incompiuta, sono stati realizzati circa 10 km.
La progettazione dell’idrovia
La progettazione parte da lontano: a cura del genio civile, risale appunto al 1955, mentre l’inizio dei lavori è riconducibile al 1968. Poi è stata abbandonata alla fine degli anni 80, per mancanza di fondi. Per quale motivo secondo te questa è stata un’opera incompiuta? Se ne è parlato per tanti decenni, però alla fine non si è mai realizzata.”
Augusta Sasso: “L’idrovia rimane incompiuta sostanzialmente perché le scelte sono state orientate nel costruire strade e nell’incentivare il trasporto su gomma. Questione assolutamente negativa, non solo per il nostro territorio, ma in tutti i territori italiani. Oggi noi vediamo che questa scelta penalizza moltissimo il nostro territorio. Sia perché l’idrovia non aveva solo la funzione di trasporto su acqua, ma aveva anche una funzione indispensabile, che è quella di proteggerci da rischio alluvione.
Abbiamo il sistema del Brenta-Bacchiglione, che a monte di Padova ha delle portate notevolmente superiori rispetto alle portate a sud di Padova. Questo crea per il nostro territorio, sia veneziano, che del basso padovano, delle problematiche di pericolosità molto accentuate. Il tempo di ritorno previsto dall’alluvione del 1966 è di 100 anni. Quindi possiamo tutti capire quanto è rischioso e soprattutto capire anche che il cambiamento climatico accentua questo rischio.”
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