Oltre 150 finti residenti
Una maxi-evasione fiscale è stata scoperta dalla Guardia di Finanza tra le vette dolomitiche di Auronzo di Cadore. Almeno 150 persone, tra privati cittadini e aziende, hanno eluso il pagamento di tributi locali e imposte indirette per un totale di circa 850.000 euro, sfruttando indebitamente le agevolazioni fiscali della prima casa.
L’indagine delle Fiamme Gialle ha portato alla luce un sistema collaudato: molte delle persone coinvolte avevano acquistato seconde case in montagna, destinate alle vacanze, ma vi avevano trasferito la residenza ufficiale, pur non abitando stabilmente nell’immobile. Questo stratagemma ha permesso loro di evitare il pagamento dell’IMU e di altre imposte dovute, beneficiando invece delle agevolazioni riservate ai proprietari di abitazioni principali.
I controlli delle Fiamme Gialle
Tra i 150 soggetti individuati, 130 sono persone fisiche, mentre 20 sono aziende operanti nel settore turistico, alberghiero e dell’occhialeria. Gli investigatori hanno incrociato i dati relativi ai consumi energetici, idrici e di gas, rilevando anomalie significative: molte abitazioni registravano consumi estremamente bassi, concentrati nei mesi tipicamente dedicati alle vacanze, un chiaro indizio di utilizzo saltuario.
Le autorità hanno quindi proceduto al recupero dell’IMU non versata, per un importo complessivo di circa 800.000 euro, di cui 220.000 euro già accertati dagli enti locali. A questo si aggiunge la tassazione delle imposte legate all’acquisto della prima casa, come l’imposta di registro e l’imposta sostitutiva, per un totale di 50.000 euro.
Lotta all’evasione
L’operazione dimostra come i controlli fiscali stiano diventando sempre più mirati e tecnologicamente avanzati, grazie all’analisi incrociata dei dati di consumo e di residenza effettiva. Il caso di Auronzo di Cadore non è isolato: fenomeni simili si registrano in molte altre località turistiche italiane, dove il richiamo degli sconti fiscali spinge alcuni contribuenti a ricorrere a stratagemmi illeciti.
Le amministrazioni locali, intanto, esultano: l’operazione ha portato a un significativo recupero di risorse che potranno essere reinvestite nei servizi per la comunità. Ma resta l’amarezza per un fenomeno che sottrae risorse a chi ne ha davvero diritto.
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