Sempre più aziende agricole stanno sciogliendo l’economia circolare attingendo l’energia dal biogas. Nella Marca Trevigiana ci sono molti esempi che raccontano di una cultura imprenditoriale che ha anticipato le battaglie degli ambientalisti, anche per ragioni economiche.
Aziende green
La cooperativa Soligo, ad esempio, nella Marca Trevigiana nata 140 anni fa per raccogliere il latte delle fattorie della zona, ha dato vita ad un business che avrebbe subito un duro colpo nell’ultimo anno con la crisi energetica, se non ci fosse dotata di una centrale di rigenerazione che trasforma in energia elettrica gli scarti di lavorazione, e l’acqua rimanente esce pulita e viene reintrodotta nel fiume.
Tenuta Borgoluce
Ancora, nella Tenuta Borgoluce di proprietà della nobile famiglia Collalto da 1000 anni a pochi passi da Susegana, 1200 ettari sono destinati ai vigneti, pascoli, boschi e coltivazioni inseriti in un ciclo virtuoso che produce vini, cereali, formaggi di bufala, salumi, carne, usando energia pulita utilizzando anche qui i sotto prodotti dell’azienda, che in questo caso sono quelli dei boschi, degli allevamenti e delle coltivazioni.
Proprio il rispetto dell’ambiente ha attirato la delegazione di gastronomi di Treviso dell’Accademia Italiana della cucina, che ha visitato la tenuta nella giornata della cultura dell’associazione.
Le parole di Roberto Robazza, delegato di Treviso dell’Accademia Italiana della Cucina: “è un’azienda che nell’essere vecchia è straordinariamente moderna. Vecchia perché vuole produrre tutto quello che le serve e tutto quello che vedi deve essere praticamente a circuito chiuso, straordinariamente moderna perché di fatto è il minor consumo energetico quindi il minor impatto ecologico negativo che oggi riscontriamo in quasi tutte le aziende di allevamento, soprattutto di bovini”.
Nuove tecniche di coltivazione
Questa come altre aziende agricole del Veneto ha scelto non solo l’autonomia energetica, ma anche ha cercato di coniugare le tecniche naturali di coltivazione con macchine poco inquinante e dal biologico il passaggio è stato al biotecnologico.
Le parole di Giampietro Rorato, gastronomo: “il tecnologico significa in questo caso che anche i mezzi che lavorano in campagna devono essere rispettosi della natura del luogo, non portare inquinamento, quando si va col trattore nei campi si va col petrolio ecc… ecco che si può inquinare. La ricerca di mezzi di lavoro che siano rispettosi della natura del terreno senza inquinarlo, senza portare chimica nel terreno, ecco questo è un altro degli aspetti caratteristici di questa azienda.