Bacino con la pioggia, parco con il sole

Inaugurato oggi il bacino di laminazione delle piene del fiume Agno nei comuni di Trissino e Arzignano, un'opera idraulica fondamentale per tutelare l'incolumità pubblica

È già entrato in funzione con l’alluvione di una settimana fa, ma è stato inaugurato oggi. Stiamo parlando del bacino di laminazione delle piene del fiume Agno nei comuni di Trissino e Arzignano. Un’opera idraulica i cui effetti ricadono, oltre che nel vicentino, anche nella Bassa Padovana. Di fatto. È un’opera che salva l’intera regione se si tiene conto delle perdite economiche registrate a Vicenza nel 2010, che hanno impoverito l’intero Veneto.

40 milioni di euro per la realizzazione dei bacini

Le parole di Zaia: “I Comuni di Trissino e Arzignano, bacino di Monte e bacino di Valle, tre milioni e mezzo di metri cubi. Quello di Monte ha 2,7 milioni, quello di Valle 800 mila metri cubi. Sono 80 ettari in totale. Quest’opera rientra in un progetto generale che ho messo a terra nel 2010, i cui lavori sono iniziati nel 2015. È la volontà di dire che, con questi 23 primi bacini, mettiamo in buona sicurezza il Veneto.”

“Il costo di questi bacini è di 40 milioni di euro. I bacini sono entrati anche in funzione prima dell’inaugurazione proprio una decina di giorni fa. Ci vorrebbero ancora un miliardo di euro per realizzare ulteriori opere, ma io sono fiducioso. Quando iniziai nel 2010 ho fatto un piano da 2,7 miliardi e non avevo un centesimo.”

Necessario rinegoziare il PNRR

L’intervento è costato qualche decina di milioni ma, il modello Veneto, sulla carta nei progetti di Luca Zaia costerebbe un miliardo di euro. Una somma che sembrerebbe quasi impossibile per un Paese come l’Italia, che ha un debito del 131% sul PIL, ma ci sarebbero sempre i fondi del PNRR.

Continua Zaia: “Io l’ho detto, in tempi non sospetti, che il PNRR dovrebbe essere rinegoziato. Ad esempio, una delle grandi opportunità per rinegoziare è quello delle opere a tutela dal dissesto idrogeologico. Vuol dire danni che non pagheremo più, ma anche messa in sicurezza dei nostri cittadini e delle nostre imprese.”

“Noi siamo sempre in una fase di programmazione e di negoziazione. Siamo fiduciosi. Io ho capito una cosa: in questo paese, chi ha i progetti riesce a mettere a terra le finanze, mentre chi non ce li ha non li finanzieranno mai.”

Il meccanismo di funzionamento dei bacini

L’intervento sta avendo una sua eco a livello nazionale e internazionale, e il funzionamento è un po’ l’uovo di Colombo.

Le parole di Giampaolo Bottacin, Assessore alla protezione civile della Regione Veneto: “È come una grande vasca da bagno. Sostanzialmente, viene messo uno sbarramento sul corso d’acqua con dei buchi che fanno transitare solo un certo quantitativo d’acqua. Quindi il livello a monte, se la portata è alta, si alza sopra questo sbarramento e l’acqua comincia a entrare nel bacino che vedete alle mie spalle. Comincia a invadere quest’area che è una vera e propria oasi naturalistica e, per alcune ore, quest’area si allaga. Questo serve a evitare che si allarghino, invece, i centri abitati e le zone industriali che stanno a valle.”

Preservare l’incolumità dei cittadini come obiettivo primario

Gli ambientalisti lo hanno definito un “ecomostro”, ma la modifica dell’ambiente è sempre in chiave green.

Prosegue Bottacin: “Il sindaco di Trissino, ogni tanto, mi manda qualche fotografia che rappresenta qualche volatile o qualche mammifero che si è insediato qui e che prima non c’era. È una vera e propria oasi naturalistica. Lo dico perché, a volte, questi bacini sono contestati piuttosto duramente, anche con ricorsi presso i tribunali definendoli “ecomostri”. Non mi pare che sia un ecomostro.”

“Se poi sono opere destinate all’incolumità pubblica e per salvare la vita umana, credo che debbano avere la prevalenza su qualsiasi altra cosa. Però, ripeto che, se arrivano specie animali nuove, vuol dire che tanto ecomostri non sono. Anzi, si sposano bene con l’ambiente e possono essere fruibili dalle persone.”

“Come ha detto il sindaco, ieri c’erano mille persone che giravano, perchè era una bella giornata, essendoci una ciclabile di oltre 4 km e larga 4 m. Quindi sono opere che si possono sposare bene con l’ambiente e che servono a garantire la sicurezza e l’incolumità pubblica i cittadini.”

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