Venezia Cambia

Beraldo, competenza e ruolo sociale dell’architetto

Roberto Beraldo esorta all'importanza della competenza dell'architetto e della politica per valorizzare l'architettura sociale italiana

Paolo Dalla Vecchia, focalizzandosi sul ruolo sociale dell’architetto, interroga Roberto Beraldo, Presidente dell’Ordine degli Architetti della Città Metropolitana di Venezia, sulla priorità di ripristinare la centralità di questa professione. L’architetto, come artefice delle trasformazioni ambientali, ha un impatto diretto sulla qualità di vita delle persone e delle comunità.

Dalla Vecchia, riprendendo le parole di Beraldo, sottolinea la necessità che le azioni degli architetti siano coese, impegnate e costanti, oltre a tradursi in risultati tangibili anziché rimanere mere dichiarazioni di intenti. Beraldo è poi invitato a spiegare in che modo si può consolidare la credibilità di questa fondamentale professione attraverso azioni concrete.

La necessità per l’architetto di elevare il livello di competenza

Roberto Beraldo: “Certamente coerenza, impegno e costanza sono dei proclami assolutamente necessari che sono a monte della nostra professione, ma la modalità per la quale dobbiamo spostarci e muoverci rispetto alle nostre capacità è quello della competenza. Essere in grado di raggiungere i massimi livelli di competenza in ogni questione della nostra professionalità significa anche raggiungere autorevolezza. Quindi nel momento in cui riusciamo a costruire un quadro di autorevolezza delle nostre capacità professionali veniamo anche ascoltati.”

“Certamente noi viviamo in un paese nel quale gli architetti sono 157.000 allo stato attuale, rispetto alle statistiche più recentemente diffuse. Mentre, invece, esistono altre professioni come gli ingegneri che, per esempio, sono in 245.000 nel nostro Paese, oltre anche a molti geometri e periti. Per gli architetti è assolutamente necessario raggiungere il massimo livello di competenza.

La legislazione vigente, per alcuni versi, non ci aiuta nella tutela del progetto perchè anche le disposizioni legislative più recenti non promuovono, come elemento centrale del processo di pianificazione, il progetto di alta qualità perchè anche l’ultimo Codice contratto e promulgato a maggio di quest’anno ha cancellato come principio di selezione delle tematiche progettuali, rilevanti da un punto di vista sociale, l’istituto del concorso che consente di ottenere il rispetto dei temi progettuali, una pluralità di proposte e di soluzioni per risolvere un problema progettuale.”

La responsabilità della politica nel ridare centralità al progetto di architettura

“Gli architetti possono lavorare moltissimo in termini di impegno e di competenza, ma anche la politica deve fare la sua parte ridando centralità al ruolo del progetto di architettura come bene sociale. Nel nostro Paese, fare progetti di architettura significa produrre servizi di architettura e di ingegneria perchè la nostra legislazione dal 1994 così chiama questo tipo di servizio.

In Italia sono servizi, mentre in altri paesi come Francia e Spagna sono opere di ingegno che servono a produrre valore sociale. Gli architetti possono fare tantissimo e hanno sempre dato grandi contributi nella storia del nostro Paese, ma è necessario che anche la politica condivida questo punto di vista.”

GUARDA ANCHE: Beraldo, verso una progettazione sostenibile

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